Inizio di un cammino: Alessandro si racconta. 2

Nonostante l’anno 2020 sia stato molto povero per quanto riguarda i rapporti e le relazioni, molte persone, e soprattutto giovani, dopo aver saputo che iniziavo il cammino di discernimento, mi hanno chiesto una spiegazione su cosa fosse la “vocazione” e sul significato della frase “fare discernimento vocazionale”. Rispondere a questa domanda non è semplice, soprattutto per il fatto che interpella in prima persona il proprio vissuto spirituale, in un articolato percorso di discernimento guidato dal mistero di Dio. Il termine “vocazione”, dal latino vocatio che significa chiamata, purtroppo, sembra sia usato solo per la chiamata al sacerdozio, o alla consacrazione religiosa, ma non è così. Ognuno di noi in questa vita ha una propria particolare vocazione, cioè ha una particolare chiamata da parte di Dio che interpella tutto di noi stessi, e alla quale dobbiamo rispondere nel modo più onesto possibile. Il rispondere a tale chiamata è importante, oltre che per un dovere personale, anche per il fatto che nel rispondere a questa chiamata, si gioca tutta la nostra gioia in questa vita, e anche nell’altra. Il tutto di noi, in una prospettiva cristiana di riconoscersi figli di Dio, dev’essere orientato a quello che sarà definitivo: la vita eterna. Per questo ogni vocazione, scoperta e conseguita, ha la stessa dignità e la stessa importanza davanti a Dio e a ogni uomo, superando il luogo comune che certe vocazioni siano più meritevoli di altre. Ciò a cui Dio chiama, fa sempre parte di un disegno di vita meraviglioso che si scopre pian piano. Mi ha sempre toccato questo brano di San Paolo: “Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione” (Ef 4). Ogni vocazione è una risposta all’Amore immenso di Dio, che ci chiama nella libertà a perseguire un determinato cammino, e ad essere realizzati come uomini e come suoi figli amati e salvati. Possiamo paragonare la chiamata di Dio ad un seme, che il Signore ha messo nel nostro cuore e che, poco per volta, cresce, germoglia e fiorisce, fino a dare -se riconosciuto e coltivato con cura e con amore- il suo frutto di santità. Sempre san Paolo ci conferma questo quando in uno dei suoi scritti afferma: “In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci ad essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà” (Ef 1, 3-5). Certo, il tutto comunque inizia dal riconoscersi sue creature e figli di un Padre che ha dato tutto per noi. (continua)

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