Agostino, pastore e teologo

Aurelio Agostino nacque a Tagaste in Numidia (odierna Algeria) nel 354 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Il padre, Patrizio, era pagano mentre la madre Monica era una fervente cristiana. Agostino ebbe un’infanzia e un’adolescenza molto vivaci e sregolate, delle quali si accuserà più tardi nelle sue celebri Confessioni. Dopo i primi studi a Tagaste e poi a Madaura, si recò a Cartagine, dove iniziò una lunga convivenza con una ragazza del luogo che, nel 372, gli diede il figlio Adeodato. Nel frattempo, la madre Monica versava copiose lacrime e innalzava ferventi preghiere al Signore per la conversione del figlio. La lettura dell’Ortensio di Cicerone lo condusse allo studio della filosofia, che lo allontanò ancora di più dalla fede cristiana, tanto da farlo aderire al Manicheismo. Ma nemmeno tra loro trovò le risposte che rendevano inquieto il suo spirito. Trasferitosi a Roma, nel 384 ottenne la cattedra di retorica a Milano grazie all’appoggio del prefetto Simmaco e vi si trasferì, raggiunto ben presto dalla madre.  L’ incontro e i dialoghi con il vescovo Ambrogio e la lettura delle lettere di san Paolo lo avvicinarono progressivamente alla fede, fino a richiedere il battesimo, ricevuto nel 387 per mano dello stesso Ambrogio. Desideroso di tornare in Africa, Agostino raggiunse Ostia per imbarcarsi e qui dovette assistere alla morte della madre Monica. Ordinato sacerdote a Ippona nel 391, divenne vescovo della medesima città nel 395 e vi rimase per i successivi 34 anni. Durante il suo lungo episcopato fu maestro e pedagogo per la fede del suo popolo con numerosi discorsi e scritti, opponendosi alle eresie dilaganti in quegli anni. Per le sue opere Agostino è a tutt’oggi considerato uno dei più grandi Padri della Chiesa di tutti i tempi. Morì ad Ippona il 28 agosto  430, durante l’assedio della città ad opera dei Vandali. La sua tomba, dopo varie traversie, si trova a Pavia, nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro.  

Ci hai creati per te, Signore, e inquieto è il nostro cuore finchè non riposa in te

Questa frase delle Confessioni è probabilmente la più nota fra tutte quelle di Agostino. Quante volte, nella nostra vita, siamo tentati di cercare conforto e gioia nei beni effimeri di questo mondo. Ci illudiamo di trovare la nostra felicità in essi e, puntualmente, restiamo delusi e con un profondo senso d’insoddisfazione. Questo perché solo in Dio possiamo trovare la vera gioia e la pace che nessuno ci può togliere. Con le parole di Agostino percorriamo il nostro cammino quotidiano in compagnia del Signore Gesù, Amico fedele e Maestro interiore. Matteo Sebastiani.

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