Bernardo di Chiaravalle

Bernardo di Chiaravalle nacque a Digione nel 1190, terzo di sette figli di una nobile famiglia, ricca di profonda pietà e devozione. Condotti gli studi di grammatica e retorica, a 21 anni sentì nascere in sé il desiderio di dedicarsi ad una vita ritirata e di preghiera: l’anno successivo entrò tra i monaci cistercensi, una riforma benedettina caratterizzata da una preghiera liturgica più sobria e un forte impegno nel lavoro manuale. Nel 1115, insieme a dodici compagni, fondò nella regione della Champagne quella che sarebbe poi divenuta l’Abbazia di Chiaravalle, divenuta in breve tempo uno dei centri religiosi e culturali più fiorenti d’Europa. Bernardo guidò i monaci alla pratica delle più alte virtù con l’azione e con l’esempio, invitando tutti ad un’esistenza sobria e misurata, basata sulla preghiera e sul lavoro. L’instancabile opera dei suoi monaci darà un nuovo volto al continente europeo, dissodando terreni e bonificando paludi. In un’epoca di scismi e tensioni interne alla Chiesa, a Bernardo, dotato di profonda dottrina e zelo, furono affidati incarichi per ristabilire la concordia e l’unità. Si trovò coinvolto in dispute e questioni politiche, venendo in contrasto con personalità culturali e religiose del tempo, come Gilberto Porretano e Pietro Abelardo. Le sue opere teologiche lo hanno fatto proclamare dottore della Chiesa. Fu grandemente devoto dell’umanità di Cristo e della Vergine Maria. Un giorno, passando davanti ad una statua della Madonna, Bernardo la salutò con un Ave Maria così piena di devozione che la scultura si sarebbe animata e gli avrebbe risposto: Ave, Bernardo. Proprio nella veste di cantore della Vergine Madre Dante lo ritrae nel canto XXXIII del Paradiso. Gli si attribuisce la preghiera del Memorare. Negli ultimi anni della sua vita Bernardo dovette affrontare difficoltà nell’Ordine, diffusione di eresie e sofferenze fisiche. Morì nel 1153 per un tumore allo stomaco. Quanto rimasto del suo corpo è custodito nella cattedrale di Troyes. 

Vi è chi loda il Signore perché è potente, vi è chi lo loda perché è buono con lui, e v’è infine chi lo loda semplicemente perché è buono. 

Questa frase di Bernardo ci rammenta quante motivazioni vi possano essere dietro le nostre preghiere. Ci rivolgiamo a Lui spesso per ottenere qualcosa e raramente per ringraziarlo della sua infinita bontà e misericordia. Impariamo dal santo abate di Chiaravalle a farci apostoli convinti ed appassionati dell’Amore del Dio fatto carne per la salvezza degli uomini. Ci soccorra in questo la materna intercessione di Maria Santissima, tabernacolo vivente dell’umanità di Cristo.

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