beato Giacomo da Ghazir, cappuccino libanese

Khalil Haddad nasce nel villaggio di Ghazir (Libano) il 10 febbraio 1875. Vestito l’abito cappuccino a 19 anni riceve il nome di Giacomo. Ordinato sacerdote nel 1901, dopo pochi anni gli fu affidata la fondazione e la direzione della rete di scuole nell’intero territorio libanese. Giacomo iniziò a visitarle tutte indefessamente, portando sulle spalle libri necessari. Già nel 1910 le scuole diventarono 163 con circa 7500 alunni. Le sue visite erano occasione di predicazione e conferenze, tutte intessute di immagini e citazioni bibliche, perché, come usava dire, «un discorso senza citazioni bibliche è come una mela che ha il gusto di paglia». Altro campo di predicazione fu l’Ordine francescano secolare, facendo nascere fraternità in tutto il Libano. Per la loro formazione, fondò una rivista in lingua araba: L’amico della famiglia. Diffondeva, inoltre, canti religiosi di sua composizione, che furono raccolti e pubblicati.

Lo scoppio della grande guerra portò una svolta nel suo apostolato, che si diresse verso chi soffriva maggiormente della situazione bellica. Per venire incontro ai bisogni più necessari, a Beirut diffuse le «minestre popolari», che distribuivano circa 18.000 pasti al giorno. Ma la sua previdenza andava oltre le urgenze: dai 24 orfanotrofi, da lui creati per accogliere gli orfani di guerra, si avviarono a mestieri di artigianato più di 10.000 fanciulli. Altre opere sociali da lui fatte sorgere furono i ricoveri per anziani e mendicanti, ospedali e case di cura. Si diceva, così, che ogni pietra del Libano parlasse di padre Giacomo.

La sua capacità di gestire denaro e offerte fu messa al servizio di una carità estesa a tutti, senza preclusione di appartenenza religiosa. A quasi 80 anni si spense consumato da una leucemia linfatica che lo costrinse a letto per gli ultimi anni. Morì il 26 giugno del 1954 e sulla lapide del suo sepolcro, dopo la citazione di Fil 1,21 («Il mio vivere è Cristo e il morire un guadagno») seguivano in arabo queste parole: «Là dorme l’uomo della carità, Giacomo, e il suo ricordo è fissato nel libro dell’eternità». Questo ricordo diffuso ha portato alla sua beatificazione il 22 giugno 2008, nella piazza dei Martiri a Beirut. Il suo corpo è conservato nella chiesetta di Notre Dame de la Mer a Oall-ed-Dib.

Alcune frasi ne riassumono la fede e spiegano il fervore della sua attività indefessa: «Niente preghiera, niente grazie»; «La preghiera senza fiducia è come una lettera in tasca, mai giunta a destinazione»

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