Il numero 58 delle Costituzioni dei Frati Minori Cappuccini porta come titolo Il silenzio. È suddivisa in due punti, di cui il primo così dice a tal proposito:
«Il silenzio, che è custode fedele della vita interiore ed è richiesto dalla carità nella vita in comune, venga tenuto in grande stima in tutte le nostre fraternità per tutelare la vita di preghiera, di studio e di riflessione.»
Nella vita comunitaria dei Frati Cappuccini il silenzio ha una duplice finalità: custodire la vita interiore e assolvere alla carità richiesta dalla vita in comune, per salvaguardare i momenti di preghiera, di studio e di riflessione dei confratelli. Il silenzio è, così, come una siepe posta per preservare la vita spirituale dei singoli frati e della comunità insieme; è uno strumento efficace per garantire quelli che il Codice di Diritto Canonico denomina ‘primo e particolare dovere di tutti i religiosi’: la contemplazione delle verità divine e la costante unione con Dio nell’orazione. (vd. CIC 663/1). Per questo il silenzio per la vita spirituale dei consacrati è fondamentale e deve essere tenuto in grande considerazione in tutte le fraternità.
Esso, in un certo modo, è il custode dell’anima. Si potrebbe dire: custodisci il silenzio e il silenzio custodirà te!
A tal proposito si addicono bene le parole di san Giacomo: «Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana.» (Gc 1,26)
Il punto secondo del numero 58 delle Costituzioni ribadisce il concetto, attribuendo a tutta la comunità tale necessaria e vitale salvaguardia:
«È compito del Capitolo locale proteggere nelle nostre fraternità il clima di preghiera e di raccoglimento, allontanando tutto ciò che lo impedisce.»