Le varie «Ordinazioni»

Anche per i Minori della Vita Eremitica, dopo la limitata consistenza numerica dei primi anni, si rendono necessarie norme per gli aspetti istituzionali (Ministri, Provincie, etc.) e la loro attuazione comporta qualche divergenza tra i frati. Parliamo delle Ordinazioni “di Albacina”, necessarie a non trascurare la concretezza della vita e permettere la sua attuabilità. Il loro scopo è di portare ad osservare la Regola francescana per quanto possibile all’«umana fragilità» (espressione della bolla di approvazione dei Cappuccini).

Le Ordinazioni non si presentano con una struttura in capitoli ordinati e consequenziali – come è solito nei testi normativi dei Francescani – ma è possibile riconoscervi un “reticolo” di base nel confronto con norme simili, ad esempio quelle di Recollezione. Inoltre, è ipotizzabile (anche secondo F. Accrocca) che ad un primo strato iniziale di ordinazioni siano state aggiunte delle altre parti a modo di “zeppe”. Una piccola traccia emerge, tra gli altri, dal n.34: «Quando qualcuno volesse ricevere questa nostra vita e venir nell’Ordine, sia tenuto per quindici giorni nel luogo ed i frati puramente osservino quel passo della Regola: che vada e venda …». Si tratta dell’ingresso di nuovi candidati nella riforma cappuccina, in specifico di chi non provenendo da altri Francescani non ha ancora dato i propri averi ai poveri. Se tale norma appartenesse ad uno strato iniziale delle Ordinazioni, comparirebbe all’inizio – come nella legislazione francescana coeva – e non a metà circa. Altra traccia di una redazione in più tempi appare (ancora secondo Accrocca) dall’uso dell’io e del noi: le espressioni al singolare sono probabilmente le aggiunte posteriori al 1529, attribuibili forse a Ludovico da Fossombrone. Tra queste, indichiamo il primo e l’ultimo numero (1 e 67): non ci sono solo dei ritocchi a norme già scritte ma sembrano a sé stanti. È possibile definirli come un prologo ed un epilogo, inseriti forse prima di una promulgazione delle Ordinazioni (al Capitolo del 1535?). Il prologo contiene diverse espressioni al singolare fin dall’inizio: «Prima, circa le cose divine e spirituali, prego ed esorto …». Nella seconda parte della norma poi: «Esorto con il bacio dei piedi …. E benché ordino le presenti, intendo rimettere queste e tutte le altre cose mie ai più intelligenti e di miglior giudizio». Nell’epilogo, verso la fine troviamo: «Vi esorto e conforto che seguiate [la penitenza e la croce di Cristo] …. Ricordatevi di me, fratelli carissimi, nelle vostre orazioni».

Proseguiremo nella lettura delle Ordinazioni per riconoscerle come un “corpo” stratificato ma unificato da una mens che le ha pensate e proposte al fine di guidare i frati nella Vita Eremitica francescana.      

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