Scegliere senza paura

Troppo spesso si ha di Dio una visione distorta, retaggio di una società e cultura basata sul “volontarismo”, derivante da una mentalità determinata dal diktat kantiano de “il dovere per il dovere”. Tutto questo, oltre a causare frustrazione e malcontento, soprattutto nei giovani, fa si che si stabilisca una relazione funzionalista col divino, guidata dall’idea del “do ut des”, invece che far nascere un rapporto di reciprocità basato sulla verità e l’amore. Così Dio è inteso alla stregua di un padrone e giudice severo cui rendere servigi per ingraziarselo, piuttosto che un padre amoroso col quale condividere in pienezza di comunione la nostra esistenza.

Nel brano seguente è riportata la scoperta di una giovane ragazza, poi fattasi monaca carmelitana, di un Dio personale che si prende cura di lei:
«Nelle settimane successive, attraverso una serie di piccoli accadimenti ordinari, insignificanti, ho compreso che Qualcuno stava facendo attenzione proprio a me, mi circondava d’amore, mi guidava passo passo verso il posto giusto. È così semplice che faccio fatica a spiegarlo, ma per la prima volta nella mia vita ho avuto la consapevolezza che Dio si prende cura di me con un’amorevolezza viva, tenera, personale, attiva.» «Lo sapevo anche prima, ma allora ho avuto l’esperienza diretta che Dio non è un concetto astratto, non è il centro inaccessibile di una bontà che s’irradia su miliardi di piccoli esseri umani come me. Mi sono resa conto che Dio è una persona capace di amare, che si può entrare in relazione con Lui non solo in modo astratto ma realmente, ho compreso che tiene nelle sue mani il mio destino, che mi ama per come sono, che il suo amore è tenero e forte, capace di rendermi felice e di riempire totalmente la mia vita, come la più ardente delle passioni.» Kinga della Trasfigurazione, Non mi sono tirata indietro. Diario, Ediz. OCD 2018, p.19

Un’altra paura che affligge i giovani sono le decisioni definitive, quali possono essere il matrimonio o la vita religiosa, viste come limitanti per la propria libertà personale e chiusura alle molteplici occasioni di felicità che può offrire la vita. Anche in questo caso, la giovane futura suor Kinga confida nel Diario la sua esperienza che le ha cambiato la vita:

«Nel corso del ritiro ho fatto un’altra grande scoperta, che si è dimostrata determinante. Durante una meditazione il Signore mi ha mostrato tre possibili percorsi di vita: formare una bella famiglia cristiana, diventando moglie e madre; rimanere sola e consacrarmi a Dio nel servizio dei fratelli e, infine, scegliere la vita monastica. In un attimo vidi bellezza, difficoltà, valore e pericoli di ciascuna delle tre possibilità. Tutte mi consentivano di servire Dio, ma una voce diceva: “Scegli!”. Sapevo che Lui mi stava donando la libertà di scegliere e mi stava promettendo che, qualsiasi strada avessi preferito, sarebbe stata per la sua gloria. Sapevo che mi avrebbe comunque amata. Sapevo che ciò che sceglievo si sarebbe realizzato davvero.» p.21-22

L’amore lascia liberi, Dio ci ama così tanto che ci fa scegliere, e in quella nostra scelta Lui, Padre buono, sarà presente pienamente per realizzarla e renderci felici. Egli non ci abbandonerà mai, sta a noi decidere se preferire l’amore vero, cioè Dio, o dei falsi surrogati.

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