Non rifiuto di morire per la gloria di Dio – Dalla Francia alle Fiandre

Dice un proverbio: “verba movent, exempla trahunt” (ovvero le parole danno l’impulso, ma solo gli esempi trascinano) come possiamo vedere nella vita di Carlo del nobile casato francese dei Bochart, che attratto dall’esempio luminoso de fra Angelo divenne un intrepido e fervente cappuccino, grande appassionato della missione. Occupando incarichi importanti a livello dell’Ordine inviò missionari in varie parti d’Europa ed anche in Brasile. Stimo parlando di fra Onorato, favorito dal Signore da consolazioni interuiori distinguendosi come san Francesco per aver fatto della sua vita una preghiera e un servizio instancabile nella predicazione, conquistando cattolici e dissidenti. Il suo zelo lo condusse con altri due frati in Olanda e dei rivoltosi inseguirono questi nostri tre fraticelli, con i loro cavalli sbruffanti. Il nostro Onorato cadde in ginocchio e disse agli inseguitori inferociti: “Io non rifiuto di morire per la gloria di Dio”, e con calma aspettava il colpo di grazia. Ma questi scellerati lo legarono ad un cavallo e lo trascinavano per essere ucciso tra il gruppo dei commilitoni. La spada era già puntata sul petto dei tre fraticelli quando sopraggiunsero dei soldati francesi che salvarono i loro connazionali. Libero riprese l’evangelizzazione e la riforma dei monasteri tiepidi per riscaldarli con il fuoco del suo amore. Si spense nel 1624 e subito continuò a diffondere il profumo della sua santità con molti miracoli. Contemporaneo del carissimo fra Onorato (battezzato col nome di Giovanni) fu fra Girolamo d’Arles, che crebbe in una famiglia molto numerosa, conquistato all’amore di Cristo e di Maria dall’esempio dei suoi santi genitori. La mamma diceva al figlio che per fare una tale scelta per sempre bisognava pensarci bene per non pentirsi e tornare indietro. Il nostro cappuccino si impegnò prima di tutto a nascondere il suo cuore in Dio e nell’ideale di radicalità evangelica di san Francesco e poi a coltivare la mente applicandosi ad una studio profondo della Bibbia e della vita dei Padri. Raccolse immensi frutti nella sua predicazione totalmente diretta a “propagare validamente nei fedeli ed infedeli la pietà e la fede cattolica” (p. 165). Viste le sue doti di santità e scienza, ministro Generale Girolamo da Sorbo, lo portò con sé per evangelizzare le Fiandre, ottenendo numerose conversioni tra i calvinisti. Più volte gli proposero l’arcivescovato, ma sempre rifiutò per essere più libero di testimoniare ovunque l’Evangelo, e ovunque era stimato come un vero profeta e apostolo. Purtroppo mentre era in viaggio su una barca, questa si capovolse e il nostro fra Girolamo morì affogato, ma non il suo spirito che con la sua santità continuava ad illuminare la Francia.

Fra Renato Camagni

Come dire la Pasqua

Come dire la Pasqua? Nei paesi dell’oriente cris6ano, da questa notte chiunque s’incontri per la strada si scambia un saluto che è soprattutto un annuncio

Leggi »