Bisogno di regole … bisogno d’amore [prima parte]

Dio plasmò l’uomo con / polvere del suolo e soffiò / nelle sue narici un alito / di vita e l’uomo divenne / un essere vivente.  Gn 2,7

Dalle regole…

“L’ora delle regole”, “Adolescenti alla ricerca delle regole perdute”: è proprio così che un quotidiano nazionale intitolava due articoli nelle primissime pagine di martedì 12 novembre 2019. Di solito i giovani sono tacciati come irrispettosi delle regole, refrattari alle leggi e a tutto ciò che in qualche modo ha il sapore di ordine costituito, come una sorta di rivoluzionari anarchici in cerca soltanto del tutto e subito, della soddisfazione immediata senza una progettualità che ponga le basi per un futuro. Questi articoli mostrano una diversa immagine. La società moderna è definita liquida, delle relazioni mordi e fuggi, del cogli l’attimo, della deregulation. È ciò che i giovani hanno ereditato, non ciò che si sono creati da soli. Sono gli adulti ad aver loro trasmesso tale mentalità, modo di relazionarsi, troppo spesso caratterizzata dall’individualismo ed egoismo, dall’arrivismo in ogni campo, dal dover emergere: dunque, da un frustrante dover apparire più che da un sano essere se stessi. I giovani in questa situazione avvertono disagio e lo manifestano con atteggiamenti stravaganti, provocatori, istrionici, eccessivi. È il loro modo di dire (e spesso l’unico per poterlo dire) che non sono d’accordo, di protestare, di prendere le distanze da una realtà che avvertono essere falsa e coercitiva. Gli adulti sicuramente vivono una situazione precaria (nel lavoro, nella sicurezza sociale, nei rapporti interpersonali) e questa si ripercuote nelle relazioni familiari, nelle quali si scaricano le proprie frustrazioni, fragilità, insicurezze.

Al contrario, ciò di cui ha bisogno un adolescente, dato che la sua personalità va formandosi, è di avere certezze, relazioni autentiche, famiglie solide, dove si respira un clima di serena accoglienza, gratuità, donazione, reciprocità, benevolenza. I giovani hanno sempre più bisogno di esempi positivi che vivano ciò che dicono, non di un clima di continui alterchi verbali e fisici (si vedano, al contrario, i talk show in televisione o le pagine di cronaca di cui sono pieni i giornali). Hanno bisogno di guide veritiere che li accompagnino nelle scelte della vita, senza sostituirsi a loro.

La richiesta di regole è una presa di coscienza dei giovani che così non si può più andare avanti, è un grido d’allarme e d’aiuto, è la volontà di ricerca di una soluzione per uscire da questa impasse, dal crescendo d’inconsistenza di ciò che vivono nel quotidiano. È un’urgente (e oserei dire disperata) ricerca di senso, che noi adulti non siamo riusciti a dare loro. Non ci siamo riusciti forse perché non l’avevamo, e in molti casi non l’abbiamo neanche noi, troppo presi dal boom economico e dalla rincorsa di un benessere che purtroppo si è rivelato essere solo materiale, perdendo di vista la priorità: l’uomo!

Le regole, e il rispetto di esse, sono solo un primo passo per un progresso nella vita sociale, per cominciare ad intessere sane relazioni con l’altro, ma soprattutto sono indispensabili per una crescita personale. Perché non ci possono essere autentiche relazioni interpersonali se non c’è maturità umana nella singola persona. Le regole danno innanzitutto ordine alla propria vita, altrimenti si rischia, come spesso accade, di disperdere le energie in mille attività senza riuscire a portarne a termine alcuna in maniera soddisfacente, creando così situazioni di frustrazione e ansia per i ragazzi, oltre a discussioni con i genitori. Le regole fanno conoscere i propri limiti e capacità, servono a far capire il significato di rispetto, di responsabilità, di prendersi cura, di bene comune. La regola, ponendo un argine all’IO, apre al e pone nel giusto rapporto col TU. 

Ma le regole da sole possono bastare a saziare quella sete di verità e autenticità, che è insita nel cuore dell’uomo e che i giovani chiedono? Il mero obbedire alla legge può creare quella società nuova nella quale possa essere appagata tale sete? L’obbedire, dal latino ob-audire, deriva sempre da una disposizione all’ascolto attenta, sincera, nella verità. Si obbedisce, cioè si ascolta con attenzione e si agisce di conseguenza, solo se c’è una relazione autentica tra i soggetti che dialogano. L’obbedienza chiama in causa tutta la persona: intelletto, volontà, affettività. Allora il puro e semplice osservare le regole forse non basta per creare una società nuova, bisogna fare prima un uomo nuovo. … [Occorre passare all’amore : continua!]

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