Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,18-23)

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,18-23)

«Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo».

«Laudato sii, mi Signore»!Con queste parole san Francesco d’Assisi inizia la lode al Creatore con quel bellissimo cantico di frate Sole, che tutti noi conosciamo. Egli si rende conto che ringraziare Dio e lodarlo è necessario per iniziare a capire il senso della vita. In questo tratto della lettera ai Romani l’apostolo Paolo vuole sottolineare non solo la caducità della creazione, ma anche il suo riscatto, la sua mèta finale: «per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio».Il concetto di creazione nell’Antico Testamento trova il suo senso in Dio: il termine bārā (creò) è proprio dell’agire divino. Come Creatore, il Dio d’Israele è il Signore e tale signoria è il suo rapporto con ogni cosa creata, secondo una volontà del tutto personale e libera. Dopo la caduta di Adamo, la relazione del creato con il Creatore è stata sottomessa alla corruzione. Ma Gesù Cristo l’ha liberata e non è più sottoposta nemmeno al potere della forza del Peccato. Questa è la buona notizia che Paolo annuncia nella lettera ai Romani. La «nuova» creazione ci attende ed è in questa speranza che il cristiano vive, prega e loda il Salvatore e Liberatore, sostenuto e guidato «interiormente» dallo Spirito Santo: «la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato», aveva detto precedentemente Paolo in Rm 5,5. «Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà»,secondo le parole finale del santo di Assisi nel suo Cantico di Frate Sole.

Pace e bene,
fra Luca Maria De Felice

2 risposte

Come dire la Pasqua

Come dire la Pasqua? Nei paesi dell’oriente cris6ano, da questa notte chiunque s’incontri per la strada si scambia un saluto che è soprattutto un annuncio

Leggi »