Gli inizi dei Cappuccini

Matteo da Bascio, Minore della Regolare Osservanza, nel 1525 si allontana dal proprio convento, senza consenso del Ministro provinciale delle Marche. Due altri frati, e fratelli, Ludovico e Raffaele Tenaglia da Fossombrone si uniscono a lui in un’esperienza comune di vita riformata in luoghi adatti al raccoglimento. Fin qui eravamo giunti con i fatti che segnano gli inizi dei Cappuccini.

Contrastati dagli altri Osservanti, i tre si dimostrano tenaci nel loro proposito, come è dato sapere da fonti narrative e documentarie (al proposito segnaliamo i volumi de I Frati Cappuccini a cura di C. Cargnoni o la “sintesi” in I Cappuccini a cura di V. Criscuolo). Le molestie dell’Osservanza proseguono e le strade dei tre frati si dividono quando – Matteo da solo, i due Tenaglia insieme – fuggono per l’imminente cattura ordinata dal pontefice. A questo punto entrano in scena i Camaldolesi riformati da Paolo Giustiniani, presso i quali Raffele e Ludovico si rifugiano per un periodo, in un eremo vicino a Cupramontana (Ancona). Neppure qui hanno vita facile perché gli Osservanti tornano alla carica con ogni mezzo per riportare a “casa” i due fratelli, i quali vengono catturati e poi rilasciati, fino ad un’apparente resa delle minacce. A quel punto per i Tenaglia passare agli Eremiti Camaldolesi sembra la soluzione alle proprie traversie ma la loro richiesta viene respinta. È il momento in cui i due fratelli, insieme a Matteo da Bascio, richiedono alla Curia pontificia – con l’ausilio della duchessa di Camerino – la licenza di condurre vita eremitica, osservando la Regola francescana. È del 18 maggio 1526 la risposta che concede loro quanto chiesto e li pone sotto il vescovo locale, cioè di Camerino nel cui territorio si stabiliscono. 

Le strade dei tre eremiti tornano a dividersi – Matteo presso Cerreto d’Esi e i due Tenaglia intorno a Camerino – e vivono un periodo di relativa calma fino al 1528. Preghiera, lavoro e apostolato-carità caratterizzano la loro vita, nell’attesa di una forma più stabile del loro ideale. Frati Minori Eremiti? Potrebbe essere la domanda che si pone ora frate Ludovico sull’identità del nuovo gruppetto, essendo stato già a contatto con i Camaldolesi del Giustiniani, cioè monaci riformati come eremiti. Richiamiamo quanto detto sulle Case di ritiro e aggiungiamo che in Italia vengono ostacolate dai superiori – come quello delle Marche – al fine che non vengano costituite. Tenendo conto anche delle speranze deluse dei frati per questo sbarramento, sembra presentarsi questa situazione: frate Ludovico pare incalzato a dare inizio ad una riforma francescana di stampo eremitico.    

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