Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace agli uomini della benevolenza di Dio (Lc 2,1-14) : Natale – Messa della notte

La narrazione di Luca che la liturgia di questa notte santa ci ha fatto ascoltare raccorda una storia nella storia con la rivelazione del suo senso profondo.

Prima di tutto abbiamo una storia ordinaria che si svolge all’interno di una storia ufficiale. La prima dovette apparire quasi scandalosa agli occhi dei lettori del tempo: una donna, non ancora andata ad abitare con il suo sposo, che si mette in viaggio incinta. Storia ordinaria, di una famiglia come tante, la cui sorte è determinata dalla storia decisa dai potenti, da coloro che determinano le vicende dell’umanità … o almeno appare così. Tuttavia, l’interesse del lettore / ascoltatore è guidato verso l’avvenimento ordinario, quello di un bambino che nasce. Punto. Ci si ferma qui perché non ci sarebbe nulla di più. Tutto quanto è appeso ad una parola, egeneto, accadde, comparve, un verbo che indica un modo inatteso. Inatteso è l’editto di Cesare Augusto, nella decisione e nel suo svolgersi. Inatteso è il parto di Maria, che accade proprio lì dove si trova con il suo sposo, senza alcuna previsione. Il verbo indica l’agire inatteso di Dio, il suo misterioso inserirsi nella trama delle vicende umane, comprensibile solo agli occhi della fede. Così accadrà anche per la Parola di Dio scesa su Giovanni figlio di Zaccaria nel deserto (Lc 3). Questi sono i fatti, questa è la storia che accade. Ma occorre qualcosa che la illumini perché il semplice fatto appaia nella sua verità di evento, di accadimento che interpella la nostra storia personale in modo decisivo.

L’annuncio dell’angelo ai pastori rivela come quanto sia accaduto nel risvolto ordinario e marginale della storia è un evento di salvezza: «oggi è nato per noi il Salvatore». A chi è marginale viene svelato il valore decisivo di ciò che apparirà marginale. Il segno annunciato è tanto ordinario quanto straordinario, come quello di ogni bambino che nasce, di una vita che appare con tutto il suo grido: «quando Dio nel grido della nascita infranse le immagini di dio» (Kurt Marti).

L’annuncio dell’angelo conduce la Gloria di Dio a irradiarsi sui pastori. Non è la storia che irradia la gloria, ma la Parola di Dio che la rivela e la manifesta. Sulle vicende della storia, l’uomo mantiene il potere che gli è stato affidato, nel bene e nel male. Ma non abbiamo alcun potere sulla Parola di Dio, che non è incatenata … possiamo solo aprire il nostro cuore alla fede, al mistero che ci viene annunciato, a quel volto di Dio che non avremmo mai potuto immaginare, perché riflesso nella fragilità di un bambino appena nato.

In questa notte santa si nasconde il segreto di quella gioia che nessuno ci potrà mai togliere, perché non è legata alle vicende umane, ma alla Parola di Dio che rimane in eterno. E tuttavia, proprio in questa notte, quella Parola appare nel suo si è fatta carne, entrando con tutta la sua fragilità nelle vicende umane. Anche le nostre. Questo bambino è nato per noi, ci è donato un figlio perché ce ne prendiamo cura … della sua umanità vera, perché in lui sono state frantumate tutte le immagini che possiamo esserci create del mistero di Dio.

Così, fratelli e sorelle, prendiamoci cura gli uni degli altri, con umiltà e dedizione. La voce del cielo non ci chiede altro che mostrare reciprocamente quella benevolenza che abbiamo ricevuto dal più alto dei cieli. Sarà questa la gloria che siamo chiamati a restituire a Dio. E sperimenteremo la gioia vera e buona di chi accoglie fino in fondo il mistero della vita nelle relazioni di ogni giorno.

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