IL MIRABILE CONNUBIO

Il punto sei del numero 45 delle Costituzioni dei Frati Minori Cappuccini così recita:

«Consacrati più intimamente al servizio divino mediante la professione dei consigli evangelici, sforziamoci, in libertà di spirito, di sviluppare fedelmente e costantemente questa vita di preghiera.» Cost. 45\6

In forza della professione dei consigli evangelici i religiosi sono “consacrati più intimamente al servizio divino”, e in virtù di tale intima consacrazione sono tenuti (“sforziamoci”), con un’adesione volontaria (“in libertà di spirito”), a sviluppare con fedeltà e costanza la vita di preghiera, di intimità filiale con Dio.

Per approfondire la comprensione di tale punto, le Costituzioni a margine mettono dei riferimenti di documenti della Chiesa, in particolare: Lumen gentium 44; Perfectae caritatis 5; Codex Iures Canonici 607,1. Questi testi specificano e ampliano lo spirito e gli argomenti appena sfiorati da Cost. 45\6. Commentarli tutti ci porterebbe ad allargare troppo la nostra riflessione, anche se testi importanti ai quali, evidentemente, le Costituzioni si sono ispirate. Una buona sintesi comunque è rappresentata da CIC 607,1 che così si esprime:

Can. 607 – §1. «La vita religiosa, in quanto consacrazione di tutta la persona, manifesta nella Chiesa il mirabile connubio istituito da Dio, segno della vita futura. In tal modo il religioso porta a compimento la sua totale donazione come sacrificio offerto a Dio, e con questo l’intera sua esistenza diviene un ininterrotto culto a Dio nella carità.»

Come nei due primi testi menzionati, redatti da Concilio Vaticano II, il Canone di Diritto Canonico introduce il concetto sponsale per parlare della vita religiosa, dichiarandola “segno della vita futura”. Ogni anima consacrata è come convolata a nozze con Colui al quale si è consacrata totalmente (tutta la persona) e richiama alla mente Efesini 5,32: «Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!». La vita futura sarà una perfetta comunione\unione tra l’anima e Dio «perché Dio sia tutto in tutti» (1Cor 15,28). La vita consacrata, in qualche misura, è già un anticipo di tale stato.

Il Canone del CIC prosegue con un’ulteriore forte affermazione, dicendo che così il religioso diviene un sacrificio vivente offerto a Dio per e nell’amore (“carità”).

Ecco il meraviglioso e sublime progetto che ha Dio per ogni consacrato all’interno della Chiesa, alla cui vita e santità appartiene inseparabilmente (cf. LG 44). «Perciò i membri degli istituti coltivino con assiduità lo spirito di preghiera e la preghiera stessa, attingendoli dalle fonti genuine della spiritualità cristiana» (Perfectae caritatis 6).

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