Il silenzio sonoro di Dio

Nell’Udienza Generale del 7 ottobre 2020, dopo il ciclo sulla cura del creato, papa Francesco ha ripreso le riflessioni sulla preghiera, presentando l’esperienza del profeta Elia: un uomo che non sottostà a compromessi meschini davanti alle ingiustizie. Elia «è l’esempio di tutte le persone di fede che conoscono tentazioni e sofferenze, ma non vengono meno all’ideale per cui sono nate». Mettendo a rischio la sua stessa vita, si mostra uomo retto e integerrimo di fronte alla corruzione della classe dirigente della società del suo tempo, compreso il re Acab e la regina Gezabele, che arriveranno a far uccidere Nabot per entrare in possesso della sua vigna. Elia resta saldo nelle prove perché «è la preghiera la linfa che alimenta la sua esistenza». «La preghiera», continua il Papa, «è lasciarsi portare da Dio» in mezzo alle difficoltà e fatiche della vita.

Elia, uomo di preghiera, esempio di vita contemplativa e attiva, esprime il bisogno sempre attuale, anche nella nostra società, di cristiani che sostengano la verità, soprattutto di fronte a chi ha responsabilità dirigenziali e di governo … «per dire: “Questo non va fatto! Questo è un assassinio!” Abbiamo bisogno dello spirito di Elia». Così afferma con forza il papa, riconoscendo il valore della preghiera per vivere con questa fortezza d’animo. Nella preghiera stiamo col Signore, per andare poi incontro ai fratelli, ai quali siamo da Lui inviati, per servirli come fratelli. «La preghiera non è un modo per rinchiudersi e truccarsi l’anima», per stare bene noi e sentirsi a posto con la coscienza: «il banco di prova della preghiera è l’amore per i fratelli». I credenti devono agire nel mondo «dopo aver taciuto e pregato, altrimenti la loro azione è impulsiva e senza discernimento, un correre affannoso senza meta».

Prima di agire il fedele deve dialogare con Dio, cioè pregare, per discernere cosa deve fare. Dio parla e si manifesta non nella grandezza e fastosità di eventi umani (nel ciclo di Elia rappresentati dalla tempesta, terremoto e fuoco) ma nel «mormorio di un vento leggero» (vd. 1Re 19, 11ss), frase che, dichiara Papa Francesco, troverebbe migliore traduzione nell’espressione «filo di silenzio sonoro». È in quel «silenzio sonoro» che ogni uomo può ritrovare la serenità e la pace, tornare a vedere gli avvenimenti della vita con chiarezza e trovare la forza per affrontarli con serenità e fermezza. È nel silenzio della preghiera contemplativa che può sentire, come il profeta Elia sul monte, il sussurro della voce di Dio che parla al suo cuore.

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