Imitare l’umiliazione di Cristo (Fil 2,1-11)

Il brano iniziale di Fil 2,1-4 è un invito a modulare le relazioni comunitarie in Cristo. La serie di atteggiamenti virtuosi da vivere inizia con quella che viene detta «consolazione in Cristo», ma non possiamo trascurare il senso di incoraggiamento contenuto nella parole greca paraklesis. Il Paraclito è colui che consola, che incoraggia, che, letteralmente, «è chiamato accanto». Nel proseguo del brano termine di riferimento è l’atteggiamento di Cristo, che la comunità è esortata a imitare, sentendosi innestata in lui. Fil 2,5-11 sono una ben conosciuta prosa ritmica, della quale cogliamo il senso di alcuni termini fondamentali.

v. 6 «(pur) essendo nella condizione [morphê] di Dio». La parola greca morphê è di quasi impossibile traduzione in lingua moderna. Si può descrivere come il modo di essere e di presentarsi: nell’intero brano Cristo è presentato nella condizione della sua relazione con Dio e gli uomini. Il participio «essendo» può avere valore concessivo (pur), ma anche causale (poiché era…) o modale (mentre era…). Una traduzione deve scegliere, ma il senso pieno si raggiunge coniugando tutte le possibilità, come afferma un esegeta: «perché, mentre e pur essendo nella forma divina, Cristo ha compiuto il percorso kenotico che lo ha portato sino alla morte» (A. PITTA).

I vv. 7-8 descrivono il percorso kenotico o di umiliazione, precisato attraverso due termini ekenôsen (spogliare, annientare, svuotare, annullare) e etapeinôsen (umiliarsi). Il primo termine fa riferimento all’intera vicenda umana di Cristo, inquadrata attraverso l’autorinuncia alla sua condizione divina per un processo di annichilamento. Questo viene espresso dal secondo termine, che non dice di fronte a chi Cristo si sia umiliato, se Dio o gli uomini, includendo così ogni prospettiva: il silenzio del testo mostra l’universalità dell’obbedienza Cristo, che lo hanno condotto sino alla morte di croce.

Il percorso di Cristo, descritto ai vv. 5-8, è paradigmatico per le relazioni comunitarie dei suoi discepoli. Quanto è stato chiesto ai vv. 1-4 trova il fondamento nell’esperienza vitale di Gesù. Inseriti in lui, in Cristo, i credenti sono chiamati a ripercorrere il suo cammino di dedizione totale nei confronti di Dio e degli uomini.

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