LA PREGHIERA RESPIRAZIONE D’AMORE

Il Capitolo III delle Costituzioni dei Frati Minori Cappuccini è dedicato alla preghiera, sia comunitaria sia personale. Tale Capitolo si apre con il numero 45 che ha come titoletto a margine La preghiera respirazione d’amore, e consta di 8 punti, il primo dei quali così recita:

«La preghiera a Dio, come respirazione di amore, nasce dalla mozione dello Spirito Santo, per cui l’uomo interiore si pone in ascolto della voce di Dio che parla al cuore.»

In poche battute sono racchiusi innumerevoli concetti spirituali. Mette al centro l’iniziativa di Dio nel porre l’uomo in dialogo profondo con Lui (“nasce dalla mozione dello Spirito Santo”), in un’intimità unica. È Dio stesso che suscita nella sua creatura l’esigenza, per lei vitale, della preghiera, com’è indispensabile alla vita il respirare. L’uomo risponde a questa sollecitazione con l’ascolto: che non è un mero udire dei suoni ma accogliere con il cuore, far proprio ciò che è inteso perché si scopre che è il bene, il sommo bene, per l’ascoltatore. Trattandosi di una “respirazione”, non se ne può fare a meno per vivere; essendo “di amore” coinvolge tutta la persona come essere creato dall’Amore per l’amore. Si ode la “voce di Dio” con l’unico organo che può ben capire questo linguaggio, cioè il cuore; si risponde nel solo modo che soddisfa l’amore, cioè con l’accoglienza, con il lasciarsi invadere da quest’amore, dalla Sua presenza che riempie e dà gusto e senso alla vita, in ogni suo attimo e avvenimento. Questo respirare, ascoltare, accogliere Dio fa si che la creatura cresca nell’amore verso di Lui e di Lui, diventando in tal modo persona cioè un essere libero e con pari capacità relazionali, tanto da arrivare ad avere i medesimi suoi sentimenti, ad amare alla stessa Sua maniera.

La preghiera come “respirazione di amore” segue il ritmo calmo del respiro, dà la cadenza alla vita, fa essere più lucidi di fronte alla realtà quotidiana scandendone il tempo; fa essere più presenti ai misteri contemplati, aprendo la mente e il cuore all’amore vero che è Dio.

A margine di questo primo punto del numero 45 delle Costituzioni sono annotati i riferimenti di alcuni passi biblici che ne richiamato lo spirito e che riportiamo di seguito per esteso:

«Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.» Os 2,16;

«Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio» Rm 7,22;

«Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili» Rm 8,26;

«perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore.» Ef 3,16.

C’è anche il richiamo a Lumen Gentium 4, la Costituzione dogmatica su “La Chiesa” del Concilio Vaticano II, del 21 novembre 1964, di cui riporto soltanto un piccolo stralcio:

«Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio e in essi prega e rende testimonianza della loro adozione a figli.»

Tutti questi testi richiamano alla presenza e all’opera dello Spirito di Dio nell’interiorità dell’uomo. Il frate cappuccino deve quindi cercare assiduamente questo rapporto intimo con lo Spirito, per entrare in profonda comunione con la Trinità, che è lo scopo di ogni consacrazione. La Chiesa chiede e si aspetta questo dalla vita consacrata. Per un approfondimento si può vedere il documento Vita consecrata di Papa San Giovanni Paolo II del 1996.

Già da questo primo punto del numero 45, in apertura del Capitolo delle Costituzioni sulla preghiera, si capisce quanto essa sia necessaria e indispensabile per la vita dei frati, ribadita nei punti successivi, che vedremo prossimamente.

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