La scoperta di Francesco .2 : del rapporto con Dio

Nella Lettera ai fedeli, nella seconda redazione (Fonti Francescane n.179-206), Francesco affronta vari temi, dei quali i principali sono il rapporto con Dio e con i fratelli (cf. Mt 22,34ss).

Francesco dà conto anche del frutto che deriva dal praticare tali atteggiamenti, interiori ed esteriori:
«E tutti quelli e quelle, che continueranno a fare tali cose e persevereranno in esse sino alla fine, riposerà su di essi lo Spirito del Signore, ed egli porrà in loro la sua abitazione e dimora. E saranno figli del Padre celeste, di cui fanno le opere, e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo.» FF 200

«Oh, come è glorioso e santo e grande avere nei cieli un Padre!
Oh, come è santo, consolante, bello e ammirabile avere un tale Sposo!
Oh, come è santo, come è delizioso, piacevole, umile, pacifico, dolce e amabile e sopra ogni cosa desiderabile avere un tale fratello e figlio, il quale offrì la sua vita per le sue pecore e pregò il Padre per noi.» FF 201

Tali comportamenti fanno sì che il fedele diventi dimora della Trinità. Da notare quanta enfasi c’è nelle espressioni di gioia che seguono a questa inabitazione divina: si sperimenta una vera e propria beatitudine. Il mezzo principale per raggiungere tale stato di grazia è, senza dubbio, la preghiera:

«Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e mente pura, poiché egli stesso, ricercando questo sopra tutte le cose, disse: “I veri adoratori adoreranno il Padre nello spirito e nella verità”. Tutti infatti quelli che lo adorano, bisogna che lo adorino nello spirito della verità. Ed eleviamo a lui lodi e preghiere giorno e notte, dicendo: “Padre nostro, che sei nei cieli”, poiché bisogna che noi preghiamo sempre senza stancarci.» FF 187-188

Francesco indirizza la Lettera a tutti gli abitanti della terra («A tutti i cristiani, religiosi, chierici e laici, uomini e donne, a tutti gli abitanti del mondo intero» FF 179) per l’importanza della rivelazione in essa contenuta: «mi sono proposto di riferire a voi, mediante la presente lettera e messaggio, le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e le parole dello Spirito Santo, che sono spirito e vita.» FF 180
Concetto ripreso nel finale della Lettera: «E coloro che non sanno leggere, se le facciano leggere spesso, e le tengano presso di sé , mettendole in pratica santamente sino alla fine, perché sono spirito e vita.» FF 206

Parole precedute da un forte e colorito invito a metterle in pratica: «Io frate Francesco, il minore dei vostri servi, vi prego e vi scongiuro, nella carità che è Dio, e con il desiderio di baciare i vostri piedi.»
Anche nell’epigrafe premessa al testo della prima redazione della Lettera (FF p.131) è riportato: «Queste sono parole di vita e di salvezza, e se qualcuno le avrà lette e messe in pratica, troverà la vita e attingerà la salvezza dal Signore.»
Incarnare la Parola di Dio nel vissuto quotidiano per Francesco, dunque, dà gioia e beatitudine in questa vita (“troverà la vita”) e apre la porta per quella eterna (“attingerà la salvezza”). Questa è la grande scoperta del santo d’Assisi, il lascito che vuole tramandare ai posteri di tutto il mondo.

Francesco abbraccia tutto il testo della Lettera in un’inclusione, ponendo all’inizio e alla fine l’invocazione alla Trinità («Nel nome del Signore, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen» FF 179; «li benedica il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Amen» FF 206), come a incorniciare qualcosa di prezioso e facendone, in tal modo, un’unica grande preghiera.

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