NOTIZIE TRAGICHE CHE NON HANNO FINE

DAL CORRIERE DELLA SERA

Le forze russe stanno «colpendo Zaporizhzhya, la maggiore centrale nucleare in Europa: è già in fiamme e se dovesse esplodere, sarebbe 10 volte peggio di Chernobyl. Questa è la prova più drammatica che Vladimir Putin ha chiuso con un calcio la porta dei negoziati. Lo testimoniano le su stesse parole: «Distruggeremo l’anti-Russia. Stiamo raggiungendo gli obiettivi, non ci fermiamo». Il presidente francese Emmanuel Macron, ha fatto sapere di temere che «il peggio debba ancora venire». Il presidente ucraino Zelensky ha affermato: «Avvisiamo tutti che nessun altro Paese, tranne la Russia, ha mai sparato contro una centrale nucleare. È la prima volta nella nostra storia, la prima volta nella storia dell’umanità».

Le prospettive militari sono per una distruzione totale di fronte ad una resistenza a oltranza: Kiev non si arrenderà, non getterà le armi; a Mariupol si combatte tra le macerie con centinaia di morti e la città devastata.

Secondo la testimonianza di chi è scappato, «nella trappola di Mariupol, sono rimaste almeno 400 mila persone… Invece di avvelenare solo i pozzi come si faceva nell’assedio ai castelli, l’esercito russo ha anche distrutto quel che d’indispensabile c’è al vivere oggi. Ha bombardato gli impianti di teleriscaldamento lasciando le case gelate, le centraline elettriche buttandole nel buio, le antenne telefoniche tagliando i contatti tra le persone. E l’ha fatto con missili e bombe aeree, non importa quanto vicino alle case cadessero». 

A Mosca le madri dei soldati russi sono la voce dei figli che non possono parlare e raccontano di ragazzi mandati al fronte con l’inganno, catturati, ridotti in lacrime, esibiti come una prova dell’approssimazione di questa guerra, che doveva durare due giorni e invece è già costata molto in termini di vite umane.

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