OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE

Ammon, Moab, Edom

“Ammonites & Moabites…. non intrabunt ecclesiam Dñi in æternum”
 “Memor esto, Domine, adversus filios Edom diei Jerusalem”

            Nel precedente articolo fra le diverse espressioni irate ed esasperate che invocano la vendetta di Dio, ne abbiamo scelte due, prese, rispettivamente, dal finale della prima e della quarta Lamentazione. Quelle, come molte altre simili richieste di punizione del cielo, – spesso rancorose e insieme, a modo loro, supplici –, sparse qua e là nel Vecchio Testamento, sono fondate sulla cosiddetta legge del taglione. Quanto all’etimologia di questa parola pare che debba intendersi nel senso di “tale-quale”, cioè come irrogazione di una “pena altrettale” rispetto al delitto commesso; dal punto di vista descrittivo e applicativo bastano tre brevi passi della Tôrā́h, che riportiamo integralmente qui di seguito, evidenziandone graficamente le corrispondenze interne, per esplicitarne il peso.

            Es 21 23Ma se segue una disgrazia, allora pagherai
            vita per vita: 24occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede
                  25bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido.
            Lv 24 19Se uno farà una lesione al suo prossimo,
                                               si farà a lui come egli ha fatto all’altro: 20frattura per frattura,
                                   occhio per occhio, dente per dente;
                                               gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all’altro.
            Dt 19 21Il tuo occhio non avrà compassione:
            vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede.

            Se la natura della pena vendicativa sancita e da irrogarsi nei singoli casi voleva costituire un deterrente a delinquere, bisogna constatare che si tratta d’un intento dai risultati assai opinabili, come lo dimostrano, da una parte, la plurisecolare applicazione di quel principio, tutt’oggi ancora in vigore in alcune parti del mondo, sotto forma di pena di morte, come in Cina, Bielorussia, India, Giappone, Corea del Nord, Iran e in alcuni stati degli Stati Uniti d’America; altrove poi imperversa a conclusione di procedimenti di tortura e mutilazione, come accade nella barbarie talebana e, più in generale, nella macabra e opprimente follia dell’integralismo islamico, tanto che la morte diventa augurabile liberazione;… risultati opinabili, si diceva, intanto perché è successo e può sempre succedere che il delinquente si arrischi ugualmente a delinquere; può poi capitare che la sentenza di condanna capitale risulti viziata o sbagliata; ci può stare che il condannato a subire una più o meno grave vessazione non sia un delinquente, ma solo vittima di una dittatura feroce, di un’ideologia estrema o di una fede infame, assassina; e si potrebbe seguitare;… Facciamo comunque conto di poterci stare, fino a un certo punto, a quel principio quando si tratti di un danno reale: restituzione, ammende, multe, penali varie sembrano più che ragionevoli esigenze di giustizia; ma se si tratta d’un attentato alla persona e alla sua integrità, resta difficile capire, solo per fare un esempio, quale concreto sollievo o vantaggio ne venga all’accecato dall’accecare, per sé o per interposto esecutore, l’accecatore,… per non dire che la morte dell’assassino non resuscita nessuno: vuol dire soltanto fare un altro morto. Ovviamente, ciò non significa che si debba “lasciar correre”, ma che nel caso di reati personali la pena adeguata non può essere concepita sotto l’aspetto vendicativo neppure da un punto di vista pratico, oltre che essere di natura sua moralmente discutibile per la coscienza di tutti, inaccettabile per molti.

            Nel Secondo libro di Samuele è narrata la passione incestuosa di Amnon verso Tamar e la vendetta del di lei fratello Assalonne (tutti figli di Davide e di madri diverse), che ordina l’assassinio di Amnon: a sua volta Assalonne avrebbe dovuto essere ucciso. Ioab cercò una donna di Tekoa e le fece inventare il racconto di un fratricidio avvenuto fra i suoi due figli, che appunto esigeva, secondo la legge, la condanna a morte dell’uccisore. La donna concludeva la sua perorazione chiedendo a Davide di non essere privata anche dell’unico figlio rimastole. Il re capì la lezione e, almeno quella volta, fu chiaro che l’applicazione automatica delle disposizioni di legge può non coincidere con la giustizia. Senza dire che certe leggi possono essere ingiuste in ogni caso(1).

            Alla generale impostazione sul modo ordinario di fare giustizia legale, ossia secondo la legge del taglione, da cui riprendiamo il discorso, nella Tôrā́h si accompagna la memoria incancellabile delle sofferenze patite ad opera di alleati occasionali diventati traditori, o per la coalizione dei nemici giurati di sempre; un ricordo vivo e da mantenere vivo, che comporta l’assoluta negazione del perdono e l’imprecazione perché sia fatta vendetta, diretta o indiretta, quando sia, purché sia fatta.

            Così, nel momento in cui sta ancora bruciando il Tempio e, prima e dopo questo funesto evento, la deportazione ha già ridotto e continuerà a ridurre la popolazione in uno stato di pesante schiavitù, per naturale associazione riemerge implacabile il fantasma degli eventi avversi di un passato assai lontano, scolpito indelebilmente negli animi e fissato negli scritti, fino a risalire al tempo dell’esodo, – circa ottocento cinquanta anni prima del “giorno di Gerusalemme(2)” –, rinfocolando l’odio inestinguibile contro gli Ammoniti e i Moabiti, che negarono allora il loro aiuto e, anzi, invocarono su Israele la maledizione divina.

            Dt 23 4L’Ammonita e il Moabita non entreranno nella comunità del Signore; nessuno dei loro discendenti, neppure alla decima generazione, entrerà nella comunità del Signore. 5Non vi entreranno mai, perché non vi vennero incontro con il pane e con l’acqua nel vostro cammino, quando uscivate dall’Egitto, e perché, contro di te, hanno pagato Balaam, figlio di Beor, da Petor in Aram Naharàim, perché ti maledicesse. 6Ma il Signore, tuo Dio, non volle ascoltare Balaam, e il Signore, tuo Dio, mutò per te la maledizione in benedizione, perché il Signore, tuo Dio, ti ama(3). 7Non cercherai né la loro pace né la loro prosperità; mai, finché vivrai.

            Va detto che Moab non fece nulla per farsi dimenticare: ebbe anzi la sua parte nella presa e nel saccheggio di Gerusalemme(4) da parte di Nabucodonosor, insieme con gli Edomiti. Proprio sui misfatti di Edom e più ancora sulla tragica e blasfema violenza di Babilonia, oltre il pianto e l’invettiva delle Lamentazioni, impressionano, in particolare, per la loro efferata crudeltà, i versetti finali del Salmo 137 (Sal 137,7-9):

                        7Ricòrdati, Signore, dei figli di Edom,
                         che, nel giorno di Gerusalemme(2),
                         dicevano: «Spogliatela, spogliatela
                         fino alle sue fondamenta!».
                        8Figlia di Babilonia devastatrice,
                         beato chi ti renderà quanto ci hai fatto.
                        9Beato chi afferrerà i tuoi piccoli
                         e li sfracellerà contro la pietra(5).
            Riprenderemo dal commento di questi versetti, particolarmente dal testo sottolineato nell’ultimo versetto. (continua)

Note
(1) 2Sam 13;14.
 (2) 9 tammûz 587: ’ēth yôm yerûšālā́im; τὴν ἡμήραν Ιερουσαλημ.
I Caldei sfondano le mura di Gerusalemme e catturano Sedecia fuggitivo, consegnandolo a Nabucodonosor; i suoi figli vengono uccisi davanti a lui e gli sono cavati gli occhi.
Il 10 ’ab 587 Nebuzardan incendia il tempio.
(3) Num 22;23;24.
(4) 16 marzo 597; per la partecipazione degli Edomiti al saccheggio cfr. Abd 9-16.
(5) Masoretico traslitterato: ’ašerế šeyyō’ḥḗz nippḗṣ ’eth-‘ō|lāláyikh ’el-haṣṣā́la‘.
                               LXX: μακάριος ὃς κρατήσει καὶ ἐδαφιεῖ τὰ νήπιά σου πρὸς τὴν πέτραν.
                  Nova Vulgata: “beatus, qui tenebit et allidet parvulos tuos ad petram”.

Come dire la Pasqua

Come dire la Pasqua? Nei paesi dell’oriente cris6ano, da questa notte chiunque s’incontri per la strada si scambia un saluto che è soprattutto un annuncio

Leggi »