San Camillo de Lellis

Camillo de Lellis nacque a Bucchianico, piccola cittadina abruzzese, il 25 maggio 1550, da una famiglia appartenente alla piccola nobiltà locale. La sua nascita fu da tutti considerata miracolosa, poiché la madre Camilla lo diede alla luce prossima ai 60 anni, quando ormai le sue speranze di maternità erano umanamente prive di fondamento. Il padre, Giovanni, era un ufficiale al servizio della Spagna.

Camillo trascorse una giovinezza molto turbolenta per il suo carattere piuttosto pigro e rissoso. La madre morì quando lui aveva solo 13 anni. Il padre decise di avviarlo alla carriera militare, però un’ulcera ad un piede lo costrinse a desistere da tale proposito. Per le cure del caso, si recò a Roma presso l’Ospedale san Giacomo degli Incurabili. Venne successivamente assunto come inserviente nell’ospedale, ma ne fu allontanato poco dopo per la sua inattitudine al lavoro manuale. Morto anche il padre, intraprese la carriera militare a servizio prima di Venezia e poi della Spagna, ma tornò presto ad una vita dissoluta e di vagabondaggio per tutta Italia.

Assunto dai Cappuccini di Manfredonia, nel convento di san Giovanni Rotondo dimorò in quella che, quattro secoli dopo, sarebbe divenuta la cella di San Pio da Pietrelcina. A Manfredonia si convertì e chiese di essere ammesso nell’Ordine Cappuccino, ma il vecchio problema di ulcera lo costrinse a tornare a Roma, di nuovo nell’Ospedale degli incurabili, dove restò per quattro anni. Qui maturò definitivamente la sua vocazione al servizio dei malati e nell’agosto del 1582 fondò la «Compagnia dei Ministri degli infermi», cominciando a lavorare presso l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia. Sotto la guida di San Filippo Neri, venne ordinato sacerdote nel 1583.

La Compagnia ebbe rapida espansione e si distinse subito per l’eroismo nel soccorrere i bisognosi, in particolare durante la grande carestia di Roma del 1590. Dopo che papa Gregorio XIV ebbe riconosciuta come ordine religioso la Compagnia, nel 1591 Camillo e i suoi primi compagni emisero la professione religiosa, aggiungendo ai tre voti canonici quello di assistere gli ammalati anche a rischio della propria vita. L’ordine si diffuse nelle maggiori città italiane. Gravemente malato, Camillo lasciò la guida dell’ordine nel 1607, pur continuando ad assistere i malati fino alla morte, avvenuta il 14 luglio 1614 nel convento della Maddalena a Roma. Beatificato nel 1742 da Papa Benedetto XIV, fu proclamato santo dallo stesso pontefice il 29 giugno 1746.

La vita di Camillo de Lellis c’insegna, ancora una volta, quanto il Signore sia lontano dei calcoli e dalle logiche umane. Egli era quello che, umanamente parlando, potrebbe essere definito un «caso disperato». Giovane senza prospettive, dal carattere irrequieto, dedito ad ogni sorta di dissolutezza negli anni giovanili: apparentemente, nulla di buono da poterne ricavare. Eppure, non solo Gesù posa il suo sguardo su di lui riportandolo alla fede, lo sceglie anche per dar vita a un’opera che nel corso dei secoli ha beneficato i più bisognosi e disperati tra gli esseri umani. Quello che è accaduto a Camillo può accadere ancora oggi, a noi, intorno a noi.

Matteo Sebastiani

2 risposte

Come dire la Pasqua

Come dire la Pasqua? Nei paesi dell’oriente cris6ano, da questa notte chiunque s’incontri per la strada si scambia un saluto che è soprattutto un annuncio

Leggi »