Lorenzo da Brindisi

Lorenzo, al secolo Giulio Cesare Russo, nasce a Brindisi il 22 luglio 1559 da Guglielmo Russo, commerciante veneziano, ed Elisabetta Masella. Avviato brillantemente agli studi, entra tra i Frati Cappuccini della Provincia Veneta nel 1575. Dotato di straordinaria intelligenza e di una memoria fuori dal comune, impara a memoria l’intera Bibbia e apprende in breve tempo un considerevole numero di lingue antiche e moderne, tra cui il greco e l’ebraico. Egli stesso afferma: «Qualora andasse persa la Sacra Scrittura, io potrei riscriverla nuovamente». Lorenzo ha un temperamento molto energico ed una grande abilità oratoria, che gli permettono di condurre nella comunione con la Chiesa cattolica molti protestanti e numerosi ebrei. La sua conoscenza della lingua ebraica è talmente profonda che, predicando agli ebrei del ghetto di Roma, molti lo scambiano per uno di loro convertito al cristianesimo. All’interno dei Cappuccini è chiamato a ricoprire numerosi compiti, tra cui quello di Vicario Generale (che per l’ordine allora equivaleva a Ministro Generale). Il suo modo di celebrare l’Eucaristia è impressionante: quando la celebra privatamente, il suo profondo raccoglimenti raggiunge momenti di estasi tanto da restare anche quattordici ore consecutive davanti all’altare! Grande è anche il suo amore verso la Vergine Maria, tanto da chiedere e ottenere la dispensa di poter celebrare ogni giorno la Messa votiva della Madonna, fatta eccezione per le grandi solennità dell’anno liturgico. Le sue rinomate capacità intellettuali e personali spingono i pontefici del tempo ad affidargli delicati incarichi diplomatici, che lo portano a viaggiare in tutta Europa. Anche i sovrani si avvalgono della sua abilità e rettitudine morale per risolvere importanti questioni di stato. Non manca di esporsi personalmente quando l’urgenza del momento lo richiede. Durante la battaglia di Alba Reale in Ungheria contro l’esercito d’invasione turco (1609), si getta animosamente nella mischia, incitando i soldati cristiani alla reazione fino alla vittoria. Malgrado questa febbrile attività, Lorenzo è uno dei più fecondi scrittori della storia della Chiesa, donandoci opere di grande spessore teologico e spirituale, soprattutto sul mistero di Maria, la madre del Signore. Muore a Lisbona il 22 luglio 1619, mentre si trova lì in missione di pace, per difendere i diritti del popolo di Napoli contro gli abusi del Vicerè. Canonizzato da papa Leone XIII, riceve il titolo di «Dottore della Chiesa» da san Giovanni XXIII nel 1959.

Lo straordinario amore che Lorenzo ha dimostrato per la Parola di Dio costituisce un importante richiamo tutti noi. La Scrittura è una parola viva, attraverso la quale Dio parla ad ognuno di noi come ad amici, qui ed oggi. Attraverso la lettura e la meditazione, fatte con fede e fedeltà, riceviamo luce per comprendere la volontà del Signore e forza per realizzarla lungo il nostro cammino. L’esempio di san Lorenzo ci spinga all’impegno di leggere e meditare almeno qualche versetto ogni giorno: l’ascolto della Parola ci trasformerà in creature nuove.

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