san Francesco patrono dell’ecologia

Con la bolla Inter sanctos del 29 novembre 1979 (stesso giorno e mese in cui Papa Onorio III nel 1223 la Regola bollata dei frati monori), Papa Giovanni Paolo II proclamava san Francesco d’Assisi patrono dell’ecologia, o meglio dei “cultori dell’ecologia”.

Il tema della difesa del creato ha all’interno della Chiesa radici lontane. In Genesi troviamo l’uomo, in stretta relazione col suo Creatore, posto nello splendido giardino che Dio aveva creato “perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gn 2,15). Questi due verbi, presi dall’ambiente agreste, non solo prevedono per l’uomo un prendersi cura per il mantenimento della creazione (custodire), ma anche che si prodighi affinché progredisca, cresca, arrivi a una maturazione, a un compimento e porti frutti (coltivare).
San Francesco nella Creazione vedeva l’immagine riflessa del Creatore. Come in uno specchio contemplava in ogni essere l’anelito di amore e bellezza che l’aveva originato. Tutto ciò che esisteva lo portava a lodare il Dio Onnipotente, quale Padre amorevole che si prende cura dei suoi figli. Tale disposizione d’animo si ravvisa chiaramente nell’episodio della predica agli uccelli, dove il santo esorta i volatili a lodare Dio con queste parole:
“Fratelli miei uccelli, dovete lodare molto il vostro Creatore e amarlo sempre, perché vi diede piume per vestirvi, ali per volare e tutto quanto vi è necessario. Dio vi fece nobili tra le altre creature e vi concesse di spaziare nell’aria limpida: voi non seminate e non mietete, eppure egli vi soccorre e guida, dispensandovi da ogni preoccupazione.” (Tommaso da Celano, Vita prima, n. 58, in Fonti Francescane [= FF] 424).

L’episodio della predica agli uccelli “non ha una motivazione apologetica (come la predica ai pesci di sant’Antonio), ma è soltanto la prova estrema dello spirito di fratellanza che lega Francesco a tutte le creature, al punto che ritiene suo dovere parlare anche agli uccelli, come agli uomini, dell’amore di Dio.” (FF, p. 686, nota 88, a cura di F. Olgiati e D. Solvi).
Questo ‘spirito di fratellanza’ è ancor più evidente nel Cantico delle Creature (cf FF 263), citato nella bolla di Giovanni Paolo II e che ha ispirato il titolo dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Nel Cantico il santo leva la sua lode al Dio Altissimo con, in, per e attraverso tutte le Sue creature (il «cum tutte le Tue creature» del quinto rigo del Cantico può avere tutte queste significanze). È talmente forte tale ‘spirito’ che nella parte finale Francesco arriverà a chiamare sorella addirittura la morte.

Ogni realtà creata accende nell’animo del santo il desiderio di innalzare la lode al Creatore e di invitare gli ascoltatori a fare altrettanto: «Laudate e benedicete mi’ Signore e rengraziate e serviteli cum frande humilitate». La peculiarità di san Francesco non sta nell’esaltare in se stessa la natura, proclamandone le virtù e utilità, ma nel rimando costante al suo creatore nel quale ogni cosa trova la sua ragione esistenziale, la sua motivazione, il suo compito, il suo posto. Tutto è utile e buono, sempre e solo in riferimento a Colui che ha fatto tutto ciò che esiste.

Su uno sperone di roccia, poco sopra il nostro Eremo di Montecasale, c’è una statua in bronzo intitolata a “S. Francesco Patrono dell’Ecologia”, recante sopra tale titolo anche la frase del Cantico “Laudato sii mi Signore”. La statua è opera dello scultore fiorentino Antonio Berti, inaugurata il 31 agosto 1980 (nove mesi dopo la bolla Inter sanctos). Pensiamo che possa essere la prima in assoluto del santo d’Assisi con tale titolo. Il colpo d’occhio che si offre al visitatore dal luogo della statua è molto suggestivo: la val tiberina sottostante si apre spaziosa alla visuale, mentre lo sguardo e la postura del monumento sono rivolti al cielo, in piena armonia con lo spirito del Cantico di san Francesco. Dopo ottocento anni, il santo patrono d’Italia e dell’ecologia ancora suscita ammiratori e simpatizzanti, e in luoghi di pace come Montecasale, chiama ognuno a innalzare lo spirito per incontrare quel “mi’ Signore” che tutto rinnova e rigenera nell’amore a nuova vita.

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