Il Catechismo della Chiesa Cattolica al n.2699, parla di tre modalità di preghiera: «Il Signore conduce ogni persona secondo strade e modi che a lui piacciono. Ogni fedele, a sua volta, gli risponde secondo la risoluzione del proprio cuore e le espressioni personali della propria preghiera. Tuttavia la tradizione cristiana ha conservato tre espressioni maggiori della vita di preghiera: la preghiera vocale, la meditazione, la preghiera contemplativa. Esse hanno in comune un tratto fondamentale: il raccoglimento del cuore. Tale vigilanza nel custodire la Parola e nel rimanere alla presenza di Dio fa di queste tre espressioni dei momenti forti della vita di preghiera.»

Il Catechismo dice chiaramente che il tratto fondamentale che le accomuna è “il raccoglimento del cuore”. La preghiera per essere tale, deve essere un atto del cuore, della propria interiorità, non solamente qualcosa di esterno ed esteriore. Questo vale per tutte le modalità di pregare. Il n.2700, che introduce la parte sulla preghiera vocale, si esprime in questi termini: «Con la sua Parola Dio parla all’uomo. E la nostra preghiera prende corpo mediante parole, mentali o vocali. Ma la cosa più importante è la presenza del cuore a colui al quale parliamo nella preghiera. “Che la nostra preghiera sia ascoltata dipende non dalla quantità delle parole, ma dal fervore delle nostre anime”.»

Anche per la preghiera vocale ciò che conta è la partecipazione della persona con tutta se stessa, «qualunque sia il linguaggio della preghiera (gesti e parole), è tutto l’uomo che prega» CCC n.2562. Nella preghiera non si tratta di recitare formule verbali, «è il cuore che prega. Se esso è lontano da Dio, l’espressione della preghiera è vana.» idem

Pregare non è superstizione o magia, ma «è la relazione vivente dei figli di Dio con il loro Padre infinitamente buono, con il Figlio suo Gesù Cristo e con lo Spirito Santo.» «La vita di preghiera consiste quindi nell’essere abitualmente alla presenza del Dio tre volte Santo e in comunione con lui.» n.2565

Anche Papa Francesco, nell’Udienza generale del 27 gennaio 2020, a riguardo della preghiera così si esprime: «A me dà un po’ di fastidio quando sento cristiani che recitano versetti della Bibbia come i pappagalli. “Oh, sì, il Signore dice…, vuole così…”. Ma tu ti sei incontrato con il Signore, con quel versetto? Non è un problema solo di memoria: è un problema della memoria del cuore, quella che ti apre per l’incontro con il Signore. E quella parola, quel versetto, di porta all’incontro con il Signore.»

Dio chiama l’uomo alla e nella preghiera per incontrarlo nel suo cuore. Il cuore è la dimora dove abita Dio, è il luogo della decisione, della verità, dell’incontro, è il luogo dell’Alleanza (cf. n.2563).  «Il cuore è il luogo della ricerca e dell’incontro, nella povertà e nella fede.» n.2710

Così, «la preghiera diventa interiore nella misura in cui prendiamo coscienza di colui “al quale parliamo”. Allora la preghiera vocale diventa una prima forma della preghiera contemplativa.» n.2704

«La meditazione è soprattutto una ricerca. Lo spirito cerca di comprendere il perché e il come della vita cristiana, per aderire e rispondere a ciò che il Signore chiede.» n.2705

L’orazione mentale è «un intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si intrattiene spesso da solo a solo con quel Dio da cui ci si sa amati.» n.2709

Così «l’orazione è ascolto della parola di Dio», della sua voce che parla al nostro cuore, «è silenzioso amore», «è unione alla preghiera di Cristo nella misura in cui ci fa partecipare al suo Mistero», «è comunione d’amore […] nella misura in cui è consenso a dimorare nella notte oscura della fede.» (cf. 2716 ss)

Concludendo, che cos’è la preghiera?

La preghiera è elevazione dell’anima a Dio, è la risposta dell’uomo all’amore di Dio e, per questo, deve avere come fondamento l’umiltà. (cf. n.2559; 2561)

«La preghiera è uno slancio del cuore, un semplice sguardo gettato verso il cielo, un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella gioia.» (Santa Teresa di Gesù Bambino)

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