Svizzera terra di missione

La gramigna ha un potere infestante incredibile e nello spirito umano la peggiore gramigna si chiama disprezzo dell’altro, rivalità, odio fino al punto di cancellare con le armi il fratello, diventato un nemico. I cristiani in nome della Bibbia trovarono pretesti anche per scannarsi, farsi guerre atroci e continue. La svizzera fu divisa in due dalla predicazione di Ulrico Zuinglio e suoi fanatici discepoli, ammiratori venuti dalla Germania discepoli di Lutero il cui comune intento era: “Estirpiamo i cattolici”. A quei tempi le cose non si risolvevano con il dialogo, memori di aver ricevuto da Gesù il comandamento dell’amore, ma si faceva ricorso a Caino e a Lamech. Ma i cattolici ben organizzati e più compatti vinsero Zuinglio e lo uccisero a Cappel. Per difendere la Chiesa Cattolica scesero in campo san Carlo Borromeo che organizzò il cantone cattolico per difendersi dalle aggressioni degli eretici e con l’appoggio del Papa Gregorio XIII riusci ad avere un buon drappello di Gesuiti per aprire scuole e “agire sulle classi superiori” ( Vol. I p.105) e dei Cappuccini “ad evangelizzare dappertutto..sapendo di quant’utile sieno i padri Cappuccini ai popoli per l’esempio buono della vita, orationi continue e prediche piene di zelo apostolico” (idem p. 105). Tra questi cappuccini pieni di zelo c’era anche fortunato da Milano, uno che aveva partecipato alla battaglia di Lepanto e Francesco da Bormio, che molti lavorò per la conversione delle anime in Valtellina. Predicava al popolo anche tre volte al giorno e per lui “la neve, le balze e gli altri rigori, ivi rigidissimi, erano per lui un nonnulla” (p. 107). Stremato dalle fatiche e dalla malattia morì mentre gli leggevano la Passione del Signore. Fiero ed efficace missionario fu il giovane cappuccino Ludovico da Sassonia, scampato per un pelo ad un agguato mortale. Però i protestanti ordirono una trama più ampia e “decisero di assalire i cattolici in massa e scannare in primo luogo i cappuccini” (p.109). Ma i cattolici spaventarono i rivoltosi che desistettero dai loro propositi bellicosi. Il giovane Ludovico conquistò molti alla chiesa Cattolica e tanti che avevano abbandonato ritornarono. Lo zelo dei nostri cappuccini in terra Svizzera si scontrava duramente con le dottrini portate avanti da Zuinglio e da Calvino e così un intrepido predicatore fu portato davanti ai tribunali civili e accusato di bestemmia e fu dichiarato “reo di lesa religione di Stato e condannato ad essere arso…ma la pena fu commutata nella flagellazione” (p.111). I nostri frati andavano due a due a predicare per il mondo e chi fu condannato era assai anziano e il più giovane supplicò che flagellassero lui, ma non prevalse la pietà. Però qualche anno dopo il carnefice con la sua famiglia, impressionato dalla perfetta letizia del vecchio flagellato e dalla carità del più giovane “che non cessava di pregare piangendo per sé quel supplizio” (p.111), abbracciò la religione cattolica! L’amore, ecco la forza dei missionari cappuccini: “Omnia vincit Amor”.

Fra Renato Camagni

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