Mercato degli schiavi ad Algeri (disegno del 1700)

Una speranza per gli schiavi: fra’ Pietro da Piacenza [disegno del 1700: mercato schiavi ad Algeri]

Tra religione e politica, tra spada e croce non è mai corso buon sangue. Ne hanno fatto l’esperienza i nostri primi cappuccini, frenati nel loro ardore missionario di spingersi nelle Indie occidentali, le Americhe, perché questo progetto non rientrava nei piani espansionistici di Filippo II. I nostri frati nostri, allora, dovettero limitarsi nella missio ad gentes alle terre del vicino Oriente e del Nord-Africa, territori abitati prevalentemente da musulmani. Un’alternativa, altrettanto dura e difficile, fu quella di offrire una proposta di conversione e ritorno alla comunione cattolica, in quella parte d’Europa che aveva sposato la predicazione protestante. In particolare, i Cappuccini cercarono di arrestare nelle valli piemontesi l’avanzata delle comunità calviniste.

All’interno di questo panorama, con il pensiero spostiamoci ad Algeri nell’aprile del 1585. Da qui scrive il cappuccino fra’ Pietro di Piacenza, denunciando una situazione drammatica di persecuzione: i musulmani che dominano quella regione tengono schiavi 25.000 cristiani, che stentano ad arrivare a fine giorno, per le continue angherie e gli stenti della fame. Le sofferenze e la paura conducono molti di loro a rinnegare la fede, altri non hanno più l’entusiasmo di testimoniare Gesù, ma allo stesso tempo ci sono «molti giovinetti e molte zitelle, che più tosto vogliono morire che farsi turchi» (I Frati Cappuccini, volume II, p. 1066). Fra’ Pietro inizia un’opera di riscatto in favore di questi fratelli, chiedendo che gli illustri signori dell’arciconfraternita del Gonfalone a Roma mandino forti somme di denaro per evitare loro ogni scoraggiamento e le conseguenti numerose defezioni. La dedizione del nostro missionario fu grande soprattutto verso i cristiani schiavi e malati. Quando in città scoppiò una terribile peste, non ebbe paura di rischiare la propria vita per assistere gli appestati. Così fra’ Pietro, in nome di Cristo, seminava consolazione e speranza ricoprendo di amore tutti gli oppressi, sfiduciati e piagati che incontrava sul suo cammino e riuscì a coinvolgere tanti benefattori per l’opera del riscatto. 

Fra’ Renato

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