Vi metteranno in mano ai tribunali e vi flagelleranno (Mt. 10,17) (2)

E Dio continuava a tessere il suo Regno con la strategia di suo Figlio Gesù, mandando gli apostoli due a due. Avvenne che il “dì della Porziuncola, Giovanni andò in Assisi per l’indulgenza, ove si incontrò all’omonimo di cui dicemmo poco prima” (p.52). I due fraticelli non si conoscevano ma lo Spirito Santo li stava unendo nel fuoco d’amore della santa amicizia e nello zelo per la salvezza delle anime. “Con grandissima devotione ingenocchiosse l’uno et l’altro, abbracciandose insieme, et baciosse con tanta dolcezza come se per longo tempo havesseno havuta grande amicitia insieme” (p.52). Scoppiò così grande l’intesa e divampò l’incendio per il martirio, per la missione. Ottenuta l’obbedienza furono inviati a Costantinopoli, “anche perché dai Musulmani aveva incominciato san Francesco” (p.53). Così si imbarcarono a Venezia nel 1551 e salparono per Bisanzio dove allora i cristiani non passano de cani, “l’odio doveva essere grave, l’antagonismo superlativo” (p.53) in un regno dove sovrano dominava Solimano il Grande, sterminatore di cristiani, che aveva riempito Costantinopoli, “Stambul come chiamano quella città i Musulmani” di moschee e minareti, che si snodano “in quella tortuosità di vie e ti avvieni in tanta immondizie di strade e di abitanti” (p.54). Ogni segno cristiano era stato fatto sparire da santa Sofia e contemplando lo scempio il dolore dei nostri missionari “aumentossi in trovare dapertutto la mezzaluna in luogo della croce, l’Alcorano in quello dell’Evangelo, Maometto di Cristo, e non potendo frenare lo slancio della loro carità, si cacciarono in mezzo ovunque videro crocicchi di musulmani ed annunziarono arditamente Gesù Cristo” (p.54). la gente pensò che fossero usciti di cervello e li derideva, ma sentendo dar contro il Corano e Maometto i fedeli di Allah “cangiarono lo scherno in furore e caduti su di loro, li percossero fieramente, li smascellarono a pugni e sostenuti, li condussero al cadì” (p.54). Alle minacce del cadì non si intimorirono e confessarono Gesù come vero uomo e vero Dio salvatore e quando dettero “al Profeta dell’impostore, ordinò che fossero flagellati e quindi rinchiusi alle sette Torri” (p.55). Già in attesa del martirio con gioia si preparavano ma il dio mammona appagò il cuore dei “Turchi, ed i due Giovanni furono, loro malgrado slacciati ed espulsi” (p.55). Ma quei flagelli e gli obbrobri furono il terreno fertile per la continuità della missione che fu ripresa nel 1587, nell’anno in cui moriva a Roma san Felice da Cantalice.

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