DIO NON FA PREFERENZA DI PERSONE (*)

GUSTAVE DORÉ, L’aquila del VI Cielo

Dio, nostro salvatore… vuole che tutti gli uomini siano salvati
e giungano alla conoscenza della verità.
Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini,
l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti.(1)

            Nel VI Cielo, quello di Giove, i Beati formano una mistica Aquila, che, tra l’altro, intuisce un dubbio di Dante, lo riassume e poi dà, in un certo senso, la soluzione. Cominciamo con la posizione del problema:
                        ché tu dicevi: “Un uom nasce a la riva                                 70
                           de l’Indo, e quivi non è chi ragioni
                           di Cristo né chi legga né chi scriva;
                        e tutti suoi voleri e atti buoni                                                73
                           sono, quanto ragione umana vede,
                           sanza peccato in vita o in sermoni.
                        Muore non battezzato e sanza fede:                                      76
                           ov’è questa giustizia che ’l condanna?
                           ov’è la colpa sua, se ei non crede?”(2).

            La risposta fa perno sulla fede, quale mezzo di necessità assoluta in ordine alla salvezza e, a sua volta, esige la fede da parte del richiedente in una giustizia divina razionalmente insindacabile.
            Siamo nella prospettiva in cui si colloca il cosiddetto Symbolum Athanasii: “Quicumque vult salvus esse, ante omnia opus est, ut teneat catholicam fidem: Quam nisi quisque integram inviolatamque servaverit, absque dubio in æternum peribit(3)”.
            La posizione attuale della chiesa cattolica è chiaramente esposta in alcuni documenti ufficiali, dai quali stralciamo e riportiamo i seguenti brani.
            “Dio non è lontano nemmeno da coloro che cercano un Dio ignoto nelle ombre e sotto le immagini, perché Dio dà a tutti vita, respiro e ogni altra cosa [cf. At 17,25-26], e come salvatore vuole che tutti gli uomini siano salvati [cf. 1Tm 2,4]. Infatti coloro che ignorano l’evangelo di Cristo e la sua chiesa senza loro colpa, ma cercano sinceramente Dio, e sotto l’influsso della grazia si sforzano di compiere fattivamente la volontà di Dio conosciuta attraverso il dettame della coscienza, costoro possono conseguire la salvezza.
            Anche a coloro che senza colpa personale non sono ancora arrivati ad una conoscenza esplicita di Dio, ma si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta, la provvidenza divina non rifiuta gli aiuti necessari alla salvezza. Infatti tutto ciò che di buono e di vero si trova presso di loro, la chiesa lo considera come una preparazione evangelica, come un dono concesso da colui che illumina ogni uomo, perché abbia finalmente la vita”(4).
            “… Il cristiano certamente è assillato dalla necessità e dal dovere di combattere contro il male attraverso molte tribolazioni, e di subire la morte; ma associato al mistero pasquale e assimilato alla morte di Cristo, andrà incontro alla risurrezione confortato dalla speranza.
            E ciò non vale solamente per i cristiani ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale.
            Tale e così grande è il mistero dell’uomo, che chiaro si rivela agli occhi dei credenti, attraverso la rivelazione cristiana. Per Cristo e in Cristo riceve luce quell’enigma del dolore e della morte, che al di fuori del suo vangelo ci opprime. Cristo è risorto, distruggendo la morte con la sua morte, e ci ha donato la vita, affinché, figli nel Figlio, esclamiamo nello Spirito: Abba, Padre!”(5).

Note
(*) Cfr. Rm 2,11
(1) ὁ σωτὴρ ἡμῶν θεὸς… πάντας ἀνθρώπους θέλει σωθῆναι καὶ εἰς ἐπίγνωσιν ἀληθείας ἐλθεῖν.
εἷς γὰρ θεός, εἷς καὶ μεσίτης θεοῦ καὶ ἀνθρώπων ἄνθρωπος Χριστὸς Ἰησοῦς, ὁ δοὺς ἑαυτὸν ἀντίλυτρον ὑπὲρ πάντων, (cfr. 1Tm 2,3b-6a).
(2) DANTE ALIGHIERI, La Divina Commedia, Paradiso, Canto XIX, 70-78
(3) “Chiunque voglia salvarsi, deve anzitutto possedere la fede cattolica: Colui che non la conserva integra ed inviolata perirà senza dubbio in eterno”.
(4) CONC. VATICANUM II, Cost. dogm. Lumen Gentium, 16
(5) CONC. VATICANUM II, Cost. past. Gaudium et spes, 22

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