SALOMON DE BRAY, La Regina di Saba al Tempio di Salomone, 1657

“La regina di Saba, quando vide tutta la sapienza di Salomone, (…)
e gli olocausti che egli offriva nel tempio del Signore, rimase senza respiro(*)”.

Delle cinque Lamentazioni la Prima, Seconda e Quarta, quelle che iniziano con ’êkhā́h, vengono abitualmente considerate un lamento funebre nazionale. Constano ciascuna di ventidue strofe, inizianti con le successive lettere dell’alfabeto ebraico; si può osservare che nella Seconda e nella Quarta la strofe che principia con “Pe” precede quella in “Ain”. Le strofe della Prima e Seconda Lamentazione sono di sei versetti: nella Prima la settima strofa, quella in “Zain” presenta un’interpolazione di due versetti chiaramente fuori contesto, forse per inserimento di una nota marginale(1); nella Seconda la quarta strofa, in “Dalet”, manca dell’ultimo versetto(2) e la diciannovesima, in “Kof”, ne ha due in più(3). Le strofe della Quarta Lamentazione sono di quattro versetti.
La Terza Lamentazione viene classificata come lamento individuale; stilisticamente è la più elaborata: le ventidue strofe alfabetiche sono ciascuna composte di tre distici parimenti alfabetici, secondo lo schema a, a, a; b, b, b e così di seguito. Ancora una volta la strofa in “Pe” precede quella in “Ain”.
Finalmente la Quinta presenta un lamento collettivo in una forma più sciolta, ma sempre di ventidue versetti.

Dal punto di vista del contenuto, in modo assai schematico, si può prospettare il seguente specchietto:
Prima Lamentazione: nessuno consola Gerusalemme;
Seconda Lamentazione: il giorno dell’ira divina;
Terza Lamentazione: meditazione sulla sofferenza;
Quarta Lamentazione: il peccato del popolo;
Quinta Lamentazione: implorazione a Dio.

Se la desolazione della città santa è più e più volte amaramente compianta e il nome Gerusalemme o Sion ripetuto(4), quasi a costituire da solo un gemito ossessivo, il Tempio è assai raramente nominato con l’appellativo miqdā́š, ossia Santuario. Nelle strofe che vi si riferiscono direttamente si legge una desolazione crescente: prima i pagani profanano il luogo santo con la loro intrusione; indi urlano con le loro voci grida sguaiate e blasfeme; giungono infine a spargere il sangue dei sacerdoti e dei profeti in odio alla loro sacra missione.

1 Iod 10L’avversario ha steso la mano | su tutte le sue cose più preziose;
ha visto penetrare | nel suo santuario i pagani,
mentre tu, Signore, avevi loro proibito | di entrare nella tua assemblea.

2 Zain 7Il Signore ha rigettato il suo altare, | ha aborrito il suo santuario;…
ha consegnato le mura dei suoi palazzi | in mano ai nemici.
Essi alzarono grida nel tempio del Signore | come in un giorno di festa.

2 Res 20“Guarda, Signore, e considera; | chi mai hai trattato così?
Le donne divorano i loro frutti, | i bimbi che si portano in braccio!
Sono trucidati nel santuario del Signore | sacerdoti e profeti!..”.

Tuttavia ci sono diversi versetti che fanno riferimento al Tempio, al suo arredo e al servizio sacerdotale. Alcuni evocano mestamente il ricordo di una liturgia scomparsa per la sparizione del luogo della preghiera e della lode festosa:

1 Dalet 4Le strade di Sion sono in lutto, | nessuno si reca più alle sue feste;
tutte le sue porte sono deserte, | i suoi sacerdoti sospirano,
le sue vergini sono afflitte | ed essa è nell’amarezza.

In altri l’accenno allo sgabello dei piedi del Dio di Israele, che i cieli dei cieli non possono contenere(5), allude all’Arca, custodita nel Tempio e suo tesoro spirituale:

2 Alef 1Come il Signore ha oscurato | nella sua ira la figlia di Sion!
Ha scagliato dal cielo in terra | la gloria d’Israele.
Non si è ricordato dello sgabello dei suoi piedi | nel giorno del suo furore….

L’oro “annerito” richiama il prezioso tesoro materiale del Tempio, andato depredato ed anche in gran parte distrutto:

4 Alef 1Come si è annerito l’oro, | come si è alterato l’oro migliore!
Sono disperse le pietre sante | all’angolo di ogni strada.

Il sacerdozio, già espressione del servizio sacro per il decoro del Tempio, divenuto contaminato come e più dei lebbrosi:

4 Nun 14Costoro (i sacerdoti) vagavano come ciechi per le strade,
insozzati di sangue,
e non si potevano neppure | toccare le loro vesti.
Samec 15«Scostatevi! Un impuro!», si gridava per loro, | «Scostatevi! Non toccate!».
Fuggivano e andavano randagi tra le genti, | non potevano trovare dimora.

Di quello che la Regina di Saba aveva veduto e ammirato con stupore non era restato più nulla.
Una speranza insopprimibile, da parere quasi temeraria, aveva indotto a supplicare:

5 21Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo,
rinnova i nostri giorni come in antico.

Ma aveva da passare una lunga nottata. (continua)

Note
(*) 1Re 10,4-5; 2Cr 9,3-4
(1) 1 Zain 7Gerusalemme ricorda | i giorni della sua miseria e del suo vagare,
– tutti i suoi beni preziosi | dal tempo antico -,
quando il suo popolo cadeva per mano del nemico | e nessuno le porgeva aiuto.
I suoi nemici la guardavano | e ridevano della sua rovina.
(2) 2 Dalet 4Ha teso il suo arco come un nemico, | ha tenuto ferma la destra come un avversario,
ha ucciso quanto è delizia dell’occhio. | Sulla tenda della figlia di Sion
ha rovesciato la sua ira come fuoco. | …………………………………………
(3) 2 Kof 19Àlzati, grida nella notte, | quando cominciano i turni di sentinella,
effondi come acqua il tuo cuore, | davanti al volto del Signore;
alza verso di lui le mani | per la vita dei tuoi bambini,
(che muoiono di fame | all’angolo di ogni strada).
(4) Gerusalemme: Lam 1,7.8.17; 2,10.13.15; 4,12
   Sion: Lam 1,4.17; 2,6.9; 4,11; 5,11.18
   Figlia di Sion: Lam 1,6; 2,1.4.8.10.13.18; 4,2.22
(5) 1Re 8,27; 2Cr 2,5; 2Cr 6,18

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