Maria, la tutta santa (cf Lc 1,26-38)

La solennità liturgica dell’Immacolata Concezione di Maria è legata a un dato di fede, riconosciuto nel suo valore dogmatico dalla proclamazione del 1854 di Pio XII. La formulazione comune nella Chiesa cattolica intende esprimere il dato che Maria non ha conosciuto peccato fin dal suo concepimento. Ma l’antica tradizione della Chiesa ha espresso questa medesima fede con una espressione più evangelica. Maria è la Panaghia, la «Tutta santa», secondo il saluto che le rivolge l’angelo: «Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28).

Abbiamo qui una semplice spiegazione sul fondamento della santità: stare con il Signore. Dobbiamo riconoscere che nella nostra tradizione cattolica la visione della santità rischia di scivolare verso una comprensione scorretta. L’unico santo è Dio, lui solo, come Gesù viene riconosciuto dai demoni: «noi sappiamo chi tu sei, il Santo di Dio». L’azione di grazia di Dio su di noi ci santifica, come è accaduto in modo singolare per Maria, ma la santità non diventa mai una cosa nostra, una creatura non se ne può mai appropriare. Resta sempre un dono di Dio, continuo. È il dono di una continua azione per la quale l’uomo e la donna ricevono la santità di Dio. Noi possiamo solo scappare da questo dono, rifiutarlo nascondendoci come hanno fatto i progenitori nel racconto simbolico di Gn 3. Inoltre, questa visione rischia di presentare la santità come un progetto noioso, senza nessuna attrattiva.

Al contrario, la santità dovrebbe essere il progetto fondamentale della nostra vita, come si dice in Efesini 1,3-12. Siamo chiamati ad essere e vivere a lode della sua gloria, manifestando in quale modo lo Spirito agisce dentro di noi. Il brano di Lc 1,26-38 ci offre due indicazioni di fondo su come accogliere e conservare in noi il dono della santità di Dio: la fede nella Parola di Dio, verso i limiti estremi dell’agire divino.

Il primo passo è una fiducia assoluta sulla Parola di Dio, che illumina l’analisi concreta della nostra situazione. Maria sa della sua realtà di non conoscere uomo, ma di fronte alle parole dell’angelo si offre alla verità delle sue parole. La Parola di Dio dovrebbe essere l’influencer delle nostre azioni, la news da scoprire ogni giorno.

Il secondo passo occorre sposare la logica per cui nulla è impossibile a Dio. E non si tratta solo della maternità di una donna anziana, ma dell’immediato gesto di carità di Maria. Non è impossibile a Dio che il nostro istintivo essere centrati su noi stessi si trasformi in attenzione e cura verso l’altro.

Lo stare con Dio, rimanere con Lui, passa attraverso il dimenticare se stessi per donare attenzione al prossimo. Per esempio, cominciando da come stiamo a tavola: dal lasciare che siano gli altri a servirsi per primi al mettere da parte il cellulare per essere presente alla condivisione di un pasto.

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