… Noi esperti di umanità …

GIORNATA PER LA PACE 07 settembre 2013    

                                A tutti i Ricoverati e loro Familiari

                                                                                                         A tutti gli Operatori sanitari

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            In occasione della giornata di penitenza e di preghiera per la pace in Siria, nel Medio Oriente e nel mondo, accoratamente voluta da Papa Francesco, le Chiese locali hanno aderito con tempestività e slancio, formulando programmi e indicando luoghi particolari di incontro.
            Una realtà come il Meyer non può associarsi, se non con un momento di preghiera all’interno della struttura sanitaria stessa.
            Alle ore 19:30, chi può e vuole, nello Spazio dello Spirito potrà partecipare ad una breve preghiera “ecumenica” per la pace e ascoltare alcune riflessioni sul bene della pace.
            Quanti, per motivi di servizio, non potranno rendersi presenti a quell’ora, potranno personalmente esprimere la propria partecipazione, con una visita nello Spazio dello Spirito in momenti diversi, auspicabilmente, entro la mezzanotte, per dare un segno concreto di compatta contiguità.
            Tutti e, in particolare, i degenti inamovibili, possono, se vogliono, soffermarsi sui pensieri qui sotto riportati e pregare silenziosamente, secondo la propria fede e la propria coscienza.
            Un ospedale, specialmente se pediatrico, non è solo un luogo di cura, ma un tempio dell’umana, misteriosa, immotivata, immeritata sofferenza, che deve placarsi nella pace interiore di un’incrollabile speranza per un prossimo miglior domani personale e per un oggi universale di amore fraterno.

            «Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra».
Pio XII, radiomessaggio 24-08-1939

            «Ho superato i monti, guadato i fiumi, come la guerra li aveva superati e guadati in un urlo insano.
            Ho visto l’erba bruciata, i campi riarsi…. perché tanta distruzione caduta sul mondo?
            E la luce mi illuminò i pensieri. Nessun pensiero umano può dare una risposta a un interrogativo inumano.
            Io non potevo che portare un poco di pietà laddove non era esistita che crudeltà….
            La terra non basta a coprire i morti. Quanti dovrebbero avere questa pietà! Allora non importerebbero la guerra, la sofferenza, la distruzione, la paura, se solo potessero da queste nascere alcune lacrime di carità umana. Vorrei continuare in questa mia missione, continuare nel tempo fino alla fine».
Kon Ichikawa, Arpa birmana, film, 1956, dal romanzo omonimo per bambini di Michio Takeyama

            «L’umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all’umanità.
            Dunque non concentriamoci solo sulle nostre differenze, ma pensiamo anche ai nostri interessi comuni e a come superare tali differenze.
            E se le nostre divergenze non possono essere risolte oggi, almeno possiamo cercare di rendere il mondo un luogo sicuro per le diversità.
            Perché, in fin dei conti, il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta, respiriamo la stessa aria, ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli, e siamo tutti mortali».
John Fitzgeral Kennedy, messaggio all’ONU, 25/09/1961

            «Noi sentiamo di fare nostra la voce dei morti e dei vivi; dei morti, caduti nelle tremende guerre passate sognando la concordia e la pace del mondo; dei vivi, che a quelle sono sopravvissuti portando nei cuori la condanna per coloro che tentassero di rinnovarle; e di altri vivi ancora, che avanzano nuovi e fidenti, i giovani delle presenti generazioni, che sognano a buon diritto una migliore umanità….
            Se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani. Non si può amare con armi offensive in pugno.
            Le armi, quelle terribili specialmente, che la scienza odierna vi ha dato, ancor prima che produrre vittime e rovine, generano cattivi sogni, alimentano sentimenti cattivi, creano incubi, diffidenze e propositi tristi, esigono enormi spese, arrestano progetti di solidarietà e di utile lavoro, falsano la psicologia dei popoli….
            Voi attendete da Noi questa parola, che non può non vestirsi di gravità e di solennità: mai più gli uni contro gli altri, mai, mai più!…
            Basta ricordare che il sangue di milioni di uomini e innumerevoli e inaudite sofferenze, inutili stragi e formidabili rovine sanciscono il patto che vi unisce, con un giuramento che deve cambiare la storia futura del mondo: non più la guerra, non più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell’intera umanità!».
Paolo VI, Noi esperti di umanità, discorso all’ONU, 04/10/1965

            «La pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l’umanità».
Papa Francesco, Angelus 01-09-2013

P. Dr. Guglielmo Papucci, O.F.M.Cap.
Assistente religioso

            Così scrivevo e responsabilmente mi firmavo qualche giorno prima di quel 7 settembre 2013….

                             Україна

            Otto anni e mezzo dopo quel giorno, il 24 febbraio scorso, alle ore 07:15, a Kiev (Київ) suonano le sirene d’allarme: è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina. Immotivata e criminale, traditrice dei patti stipulati, aggrovigliata nella falsificazione, ad ogni gesto più infame già compiuto ha aggiunto la distruzione dell’Ospedale pediatrico di Mariupol (Μаріу́поль): non si può immaginare cosa ancora vorrà escludere.
            La gerarchia dell’ortodossia russa, nella Domenica del Perdono, bestemmiando, benedice la “guerra metafisica”. Intanto, fra i tanti, troppi altri, se ne è andato anche il piccolo Kirill di 18 mesi, la creaturina di Fedor e Marina Yatsko: la pace sia con lui, il suo ricordo in benedizione. Lo strazio di quell’omicidio intenzionale riscatta e rende infinitamente dolce e caro un nome, altrimenti irrimediabilmente infangato.
            Dopo ormai un po’ più di otto anni e mezzo, da diversi giorni mi sono tornati in mente e mi assillano quei mesti pensieri di allora e quelle speranze accarezzate e deluse; il presente è tragedia; non è dato immaginare il futuro.

            «Dio della mia lode, non tacere!» (Sal 109,1b).
Firenze, dal luogo nostro di Montughi,
11 marzo 2022,
16° giorno della guerra di aggressione russa.
Fr. Guglielmo Maria da Firenze,
cappuccino, l. i.

Come dire la Pasqua

Come dire la Pasqua? Nei paesi dell’oriente cris6ano, da questa notte chiunque s’incontri per la strada si scambia un saluto che è soprattutto un annuncio

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