Persone e personaggi. Il male assoluto

Teorizzatori, artefici, boia e collaborazionisti sono squallide persone che non diventeranno mai personaggi.

            Il serpente. Che strano rettile: si mette contro Dio, insinuando la tentazione all’orecchio dell’ancora innocente Eva nel Paradiso terrestre; stringe le sue spire a ‘vendicare’ Dio, soffocando il bestemmiatore Vanni Fucci nell’Inferno. Forse il serpente, nell’ormai abituale senso figurato attribuitogli, odia sempre, comunque e soltanto l’uomo, dove sia, vivo o morto che sia.

            È accaduto che la cattiveria assoluta di alcuni riesca a coalizzarsi, crescendo e diventando la cattiveria assoluta gonfiata e condivisa da molti, contornata dall’affettata indifferenza di troppi. Si sviluppa allora un’organizzazione mostruosa, che trova forza e spinta interna nella sempre più ampia complicità partecipe e operativa, come anche riceve impulso esterno nel vasto e pavido silenzio omertoso, non del tutto scevro dal miraggio di raggiungere un qualche egoistico vantaggio, il quale, – quando fosse almeno relativamente plausibile -, si pensa che non potrebbe essere facilmente conseguito per vie oneste; oppure, per via della sua intrinseca immoralità, si tratta d’un tornaconto che una retta coscienza non dovrebbe assolutamente mai permettersi di desiderare.

            Messa in moto questa macchina infernale, si viene a trovare in un terreno fin troppo favorevole l’ulteriore elaborazione teorica tendente non solo a legittimare l’orrore e i misfatti compiuti, ma addirittura a imporre di diritto, se fosse possibile, il sovvertimento della naturale percezione del senso stesso e del valore della vita umana: ulteriore, perché per aria e, magari, non soltanto ipoteticamente, qualche aberrante preludio ventilava qua e là già prima, assai diverso dal carezzevole “soffio dell’april(1)” e anche troppo simile al “venticello della calunnia(2). Il risultato finale si chiama “male assoluto”: non può essere individuato mediante un nome preciso: ci vuole anche un qualificativo, perché, per quanto tremendamente espressivo, un nome solo è purtroppo sempre riduttivo rispetto alla portata diffusa e reale. Il male assoluto è la distruzione dell’uomo in odio alla sua creazione(3), il mefistofelico trionfo del nulla(4): nullificate le vittime, prima svuotate dell’anima e poi incenerite; nullificati i carnefici, spogliatisi di umanità in vita: maledetti, dai più, da vivi e da morti; indegni pure dell’ignominia d’una colonna infame.

            Teorizzatori, artefici, boia e collaborazionisti sono squallide persone che non diventeranno mai personaggi: non si può cambiare la natura ai mostri. Anche gli inqualificabili nostalgici e i superficiali smemorati contemporanei non trovano altro sbocco per poter esistere e insistere nella loro aberrazione, se non rifugiarsi in uno sfacciato revisionismo negazionista.
            Sul male assoluto non si dà né può darsi trasfigurazione artistica: la ragione lo condanna; la fantasia lo rifiuta, fosse pure come incubo; la fede prova a scavalcarlo per guardare oltre. (fine)

Note

(1) Cfr. Édouard Blau, Paul Milliet, Georges Hartmann, Werther,            Musica di Jules Massenet, 1887; in Italia 1894
(2) Cfr. Cesare Sterbini, Il Barbiere di Siviglia, (dalla commedia di Pierre Beaumarchais, 1775), Musica di Gioacchino Rossini, 1816
Don Basilio: “La calunnia è un venticello, |….”
(3) Cfr. Primo Levi, Se questo è un uomo, 1988
                            “Distruggere l’uomo è difficile, quasi quanto crearlo:
                             non è stato agevole, non è stato breve, ma ci siete riusciti,…”.

(4) Cfr. Arrigo Boito, Mefistofele, Libretto e musica, 1867

                                   Mefistofele: “Son lo Spirito | che nega sempre, tutto; | l’astro, il fior. | … |

                                   Voglio il Nulla e del Creato | la ruina universal, |….”

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