SURGE.TOLLE.GRABATŨ.ETAMBULA

Duomo di Monreale

2Tm 3 16πᾶσα γραφὴ θεόπνευστος…. (Tutta la Scrittura, ispirata da Dio,…)

            Dopo aver precedentemente concluso che la piscina probatica si sarà chiamata come si sarà chiamata, affrontiamo ora un secondo punto, sempre relativo agli inizi del Capitolo V del Vangelo secondo Giovanni. Lo facciamo ancora con lo scopo di rilevare come ricostruzioni diverse di un testo critico si riflettono necessariamente sulle successive traduzioni in altre lingue. Questa volta non si tratta di individuare tra le varie denominazioni d’uno stesso luogo quale sia la più plausibile, bensì di provare a decidere, sulla base degli studi degli esperti, se una parola o un intero versetto presenti in alcuni codici, ma non in altri, debbano o no essere accettati. Ci sarebbe anche il caso di intere unità letterarie controverse, ma non ne trattiamo, limitandoci a ricordarne l’esistenza: per esempio, il XVI di Marco presenta ben tre possibili “interpolazioni”. In nota (1) ne riportiamo il testo “integrale” con le relative “interpolazioni” evidenziate in corsivo.

            Tralasciando il fatto che anche Gv 5,3 avrebbe una coda (… infermi, ciechi, zoppi, invalidi e paralitici che aspettavano il moto dell’acqua.), strettamente collegata con il versetto successivo, passiamo direttamente a quello, riscrivendolo qui di seguito:
            Gv 5    4Un angelo (del Signore) infatti in certi momenti discendeva (si lavava) nella piscina e agitava l’acqua; il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.

            La Vulgata Clementina ammetteva questo versetto:
            4Angelus autem Domini descendebat secundum tempus in piscinam, et movebatur aqua. Et qui prior descendisset in piscinam post motionem aquæ, sanus fiebat a quacumque detinebatur infirmitate.

            Varrà la pena di notare che veniva accolta la lezione della “discesa” dell’angelo piuttosto che quella secondo cui egli stesso periodicamente “si lavava” in quella piscina; inoltre c’è un discostamento dal testo greco, usandosi nel latino un riflessivo (“l’acqua si agitava”) o passivo che sia (“l’acqua veniva agitata”), al posto dell’attivo “e (l’angelo) agitava l’acqua”.

            La secolare ininterrotta tradizione aveva suscitato conseguenze di tutto spicco nell’interpretazione artistica come pure nella catechesi, compresa quella suggerita dall’arte stessa. L’angelo presente nella scena della sanazione del paralitico poteva assumere una vivacità indicativa al contempo e del movimento da lui impresso all’acqua della guarigione corporea e della valenza salvifica dell’acqua battesimale, specialmente con riferimento al battesimo amministrato per immersione.

            Ad un certo momento il versetto sparisce dal testo e, se non si dispone di un’edizione annotata che lo citi, va irrimediabilmente perduto. Pareva assai meglio la soluzione adottata dall’edizione CEI 1974(2), che poneva tra parentesi il versetto in questione. Il quale, in ogni caso, sia che lo si ometta, sia che lo si evidenzi graficamente in qualche modo rispetto a tutto il restante contesto, presenta oggettivamente il problema di non comparire nella maggior parte dei codici più antichi, giudicati anche i migliori.

            Ovviamente, chi scrive queste righe prende atto dei pareri oggi correnti; se però non si sono aggiunte nuove scoperte, vien fatto di chiedersi perché, – se le cose stanno così -, precedentemente ci si sia attenuti a codici recenziori e, comunque, non propriamente a quelli reputati migliori. Prendiamo anche atto che in queste non molte parole del v. 4 ce ne siano sette non appartenenti all’abituale lessico giovanneo e ammettiamo che, anche senza altre novità documentarie, sia appunto la critica ad avere acquisito ulteriori metodi di approfondimento,… resterebbe sempre il problema se il passo “tutta la Scrittura, ispirata da Dio,…” debba intendersi in senso stretto o ampio, come dire: ispirato è esclusivamente l’estensore o redattore più antico, o, entro certi limiti da precisare accuratamente, può essere ispirata anche una, chiamiamola, riedizione successiva? Ma passiamo decisamente oltre, “che ci avesse poi a toccare qualche scappellotto”, come diceva il Manzoni, sia pure a proposito di tutt’altro genere di scrittura e scrittori.

            Davvero, dietro le traduzioni c’è tutta un’ampia problematica, alla quale faremo qualche altro ulteriore cenno, sicuri di non apportare nessun contributo minimamente risolutivo e, forse, neppure illustrativo, ma solo per il gusto di ridire che le approssimazioni sbrigative avviliscono la natura umana. (continua)

Note
(1)         Mc 16 1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». [Ma all’improvviso, all’ora terza, si fece buio su tutta la terra e dal cielo discesero gli angeli per risalire nello splendore del Dio vivente. Ascesero insieme con lui e subito si fece luce. Allora si avvicinarono al sepolcro e osservano che la pietra era stata fatta rotolare4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”». 8Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite. [Esse raccontarono in breve ai compagni di Pietro ciò che era stato loro annunciato. In seguito Gesù stesso fece portare da loro, dall’oriente fino all’occidente, il messaggio sacro e incorruttibile della salvezza eterna. Amen.]
            9Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. 10Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. 11Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
            12Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. 13Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.

            14Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. [E costoro addussero a propria difesa: «Questo secolo di iniquità e di incredulità è sotto il dominio di Satana, il quale non permette che ciò che è sotto il giogo degli spiriti impuri concepisca la verità e la potenza di Dio; rivela dunque fin d’ora la tua giustizia». Questo dicevano al Cristo e il Cristo rispose loro: «Il termine degli anni del potere di Satana è colmo; e tuttavia altre cose terribili sono vicine. E io sono stato consegnato alla morte per coloro che hanno peccato, perché si convertano alla verità e non pecchino più, perché ereditino la gloria spirituale e incorruttibile che è nel cielo, ma andate….] 15E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
            19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
            20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
(2) La versione CEI 2008 non sembra sempre migliorativa, ad esempio quando sostituisce il goffo e inusuale “fu colmato/a” al più chiaro e comune “fu pieno/a”, per tradurre il greco “ἐπλήσθη”.

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